Meglio non sapere
Sapere non è una questione da poco, né un ozioso passatempo per studiosi. Nella sua radice latina è sàpere, dare sapore, dare un senso e un significato alle cose e quindi al vivere quotidiano. Sapere è assaporare con maggiore intensità ogni istante della vita. Ma ogni uomo ha una conoscenza limitata: si finge di sapere anche quando si sa molto poco, abdicando al sentito dire, al luogo comune, all’ignoranza. In fondo, però, se ogni conoscenza presuppone un atto di volontà, ci conviene lacerare la comoda membrana che separa l’intelligenza delle cose dalle apparenze? L’ignoranza ci assicura una confortevole condizione di mediocrità, la conoscenza è la bussola che ci orienta nel mare tempestoso verso l’ignoto. Se “coscienza fa di tutti noi vigliacchi”, il sapere può renderci tormentati ma liberi. Bel dilemma dunque: meglio sapere o non sapere, meglio esistere o lasciarsi vivere?
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Anno edizione:2025
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