Ci sono romanzi che non si leggono soltanto: si respirano, si vivono, si custodiscono come un’eredità preziosa. La memoria del giglio di Alessandra Libutti è uno di questi. Un affresco potente e struggente che ci conduce a Volterra, nel 1872, dentro le stanze e le pieghe segrete della famiglia Ruggeri Buzzaglia, dove le donne, silenziose, ostinate, indimenticabili, imparano a scrivere il proprio destino contro il tempo e le convenzioni. Adele, l’ex serva divenuta contessa, porta sulle spalle il peso di gravidanze infinite e di una società che le chiede solo di generare. Eppure, nella sua dedizione, nei suoi modi schietti, c’è un coraggio tacito che segna la sua esistenza. Babà, la figlia ribelle, osa sfidare il padre per inseguire il sogno di diventare maestra: la sua scelta, apparentemente piccola, spalanca una crepa irreversibile nella tradizione, illuminando la strada per chi verrà dopo di lei. E poi Livia, la voce narrante: schiva, silenziosa, ma custode di una memoria che diventa canto corale, ritratto di quattro generazioni di donne che hanno avuto la forza di scegliere, amare, rinunciare, e rialzarsi sempre. Con una scrittura delicata e insieme incisiva, Alessandra Libutti intreccia passioni, miserie, rivoluzioni e intimità domestiche, fino a portarci nel cuore del Novecento. Il risultato è un romanzo che commuove e travolge, un inno alla resilienza e al sapere, al potere di chi, anche senza clamore, ha cambiato la storia con gesti di tenacia e coraggio. La memoria del giglio non è solo una saga familiare: è un atto d’amore verso tutte le donne che hanno resistito e lottato, un libro che sa accarezzare e ferire, lasciare cicatrici luminose e indelebili. Un omaggio appassionato alla memoria, che diventa radice e fioritura. 🌸
La memoria del giglio
Un romanzo che abbraccia, punteggiato di luminose figure femminili, che è un omaggio alla resilienza e all'amore per il sapere.
Volterra, 1872. Le nozze del conte Lodovico con Adele sono una rivoluzione per i Ruggieri Buzzaglia: la sposa, una ragazza senza cultura che era stata serva in casa loro, fa il suo ingresso in famiglia come contessa. Ma coi suoi modi schietti e risoluti, Adele assolve subito con dedizione ai doveri che come donna e moglie la società le impone. Eccola dunque muoversi tra le stanze del palazzo con il ventre sempre gonfio, impegnata a dare una discendenza al marito, un uomo mite e dalle idee progressiste. Per Livia, la quarta degli otto figli della coppia, quella madre provata dalle continue gravidanze è una creatura misteriosa. È piccina, Livia, quando decide che le faccende di donne non le interessano, e poco più che bambina quando sua sorella maggiore, Babà, affronta il padre con coraggio, chiedendogli il permesso di diplomarsi: per seguire la sua vocazione di maestra è disposta a rinunciare agli agi della nobiltà, e a trasferirsi da sola in un paesino arroccato sulle montagne. Il suo gesto ribelle aprirà una crepa nella storia della famiglia, che nelle pagine di questo romanzo è la voce di Livia a raccontarci: il filtro della sua memoria, quello di una donna schiva, che non ha mai reclamato per sé un ruolo da protagonista, ripercorre l'epopea dei Ruggeri Buzzaglia attraverso decenni di passioni, miserie e rivoluzioni fino al secondo dopoguerra. Per restituirci la fotografia di quattro generazioni di donne - la genealogia dell'autrice - capaci di scrivere il proprio destino con l'inchiostro della tenacia.
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Anno edizione:2025
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liberi leggendo blog 15 settembre 2025
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