Le mie prigioni
Pellico scrisse le sue memorie di prigionia con l'intenzione di dimostrare, col suo esempio, come la religione possa essere conforto nella sventura. "Le mie prigioni" (1832) furono accolte con grande favore, soprattutto per la pacatezza di Pellico nel giudicare i suoi stessi carcerieri. Successo dovuto anche alla nitidezza della rappresentazione, lontana dallo svenevole sentimentalismo allora di moda. La popolarità del libro portò a una conseguenza che l'autore non aveva prevista:, più che alla propaganda etico-religiosa, "Le mie prigioni" servirono a quella patriottica, prima in Italia e poi anche all'estero, dove ebbe ristampe e numerose traduzioni, suscitando ovunque simpatia per l'Italia e odio contro lo straniero. Di ciò s'accorse Metternich, che tentò invano di far confutare il racconto di Pellico e di farlo mettere all'Indice. Ci fu chi disse che questo libro danneggiò l'Austria più di una battaglia perduta.
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Lingua:Italiano
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