Forse più "legal" che "thriller", è la traslitterazione di quella che potrebbe essere una delle tante storie di cronaca nera nei tempi di un romanzo che, tra introspezione, mediaticità, sensazionalismo, senso comune, pregiudizi e preconcetti, vuole accompagnare il lettore verso quella indecifrabile e, molte volte, incomprensibile concettualità di verità processuale, umano 'surrogato' di quella, inintelligibile, oggettiva. In un racconto di cronaca giudiziaria lineare, in una trama senza particolari scossoni, si avvicendano le mosse di accusa e difesa, per scacciare e addensare il dubbio della ragionevolezza della condanna di un imputato, che, per physique du rôle, non potrebbe mai essere un freddo assassino. È una lotta al comune senso del sentire, un'indagine al giustizialismo mediatico, un intreccio, semplice, ma efficace, tra processo, procedura, giornalismo arrembante, salottini televisivi, e, non da ultimo, coscienza. Sul filo del rasoio tra colpevolezza e innocenza, fino alla lettura della sentenza (e, forse, anche oltre).
La migliore bugia
È un torrido luglio quando Gilda Orefice, pensionata scorbutica e solitaria, viene ritrovata senza vita nel suo appartamento in centro a Bari. Sembra morte naturale – la casa è in ordine e il cadavere composto – ma la giovane piemme Elisabetta Ciraci ha la sensazione che la scena sia troppo perfetta, e ordina l'autopsia. Il referto è inequivocabile: strangolamento. L'indagine corre, e i sospetti si concentrano su Giovanni Campanaro, un commercialista molto noto in città, la cui deposizione mostra contraddizioni sospette. Gli inquirenti tentennano, poi si convincono ad arrestarlo. Non ha dubbi invece Enrico Martucci, il vecchio avvocato che ne assume la difesa: che il suo assistito sia innocente a lui non interessa, basta che lo sembri, e giusto per il tempo del processo. A presiedere la giuria c'è Virginia Della Valle, un magistrato di lungo corso che conosce il diritto quanto l'anima degli imputati. Eppure nemmeno lei riesce a decifrare l'enigma Campanaro. Mentre le versioni e le controversioni si susseguono sulla sedia dei testimoni, nella sua mente si addensa un terribile dilemma: meglio rischiare di assolvere un colpevole, o di condannare un innocente? Francesco Caringella torna a raccontare i meccanismi e i cortocircuiti della nostra Legge, ma anche la fatica, i sogni e i fantasmi dei suoi giudici, in una storia piena di specchi e ombre.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Antonio Poso Zurlo 19 agosto 2022Il romanzo del processo
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Charlie Brown 06 luglio 2022Avere un cuore
Chi sono i colpevoli? Chi sono gli innocenti? Davvero è meglio condannare un innocente piuttosto che lasciare un colpevole libero di delinquere? Altri dubbi, altre congetture, deduzioni, sillogismi. Come tutti i libri, del resto. Ultimamente mi capita di affollare la mente di pensieri, rimandi, quaestio filosofiche col risultato di tenere sempre acceso il motore del cervello. Il libro di Caringella e altri (ma la lettura in generale e qualsiasi attività culturale) contribuisce ad allargare la mente e ad ascoltare con piglio scrupoloso le proprie emozioni (che, in questo caso, possono essere tradotte con: è giusto o non è giusto? Se fossi un giudice come giudicherei la persona che mi trovo davanti?). Ho sempre pensato che quello del giudice e del medico fossero le professioni più difficili: in mano hanno la vita delle persone. E con la vita delle persone non si scherza. Le puoi rovinare o salvarle, in un caso o nell'altro puoi farle vivere o morire. Questo genere di libri mi piace perché oltre alla storia viene fuori anche l'aspetto umano dell'autore/autori, e pensare così che non sono solo "macchine" messe lì a giudicare ma che, anche essi, hanno un cuore.
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azzurra75 16 giugno 2022intuizione kafkiana riuscita
un bel legal triller! storia avvincente e sorprendente fino all'ultima pagina....fino alla fine ti chiedi ma sarà stato lui? interessante e ben descritta in più riprese anche la "trafila" processuale e le emozioni legate per ogni parte in ogni singolo processo.
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