Mingus Revisited

Oltre che affermato musicista e stimato didatta, Maier è anche prolifico produttore discografico con l’etichetta Palomar, che conta oggi più di 70 titoli in catalogo. In uno di questi, “Naked Songs”, il contrabbassista goriziano aveva incontrato Matteo Alfonso, pianoforte, in un emozionante duo che utilizzava solo brani originali. Altrettanto attivo, sia come didatta che come concertista, il pianista veneziano ha ritrovato dopo un decennio in studio di registrazione l’amico Maier per rendere omaggio ad un maestro come Charles Mingus. I due l’hanno fatto reinterpretando in modo originale e sincero nove brani del suo sterminato repertorio, ivi compresi “Nouroog” e “Eclipse”, fra i meno frequentati dai jazzisti. L’idea, nata in occasione del quarantennale della morte, ha prodotto una riuscita rivisitazione fatta, come i due musicisti tengono a precisare, a “bassa risoluzione”: il risultato è “ciò che rimane dei capolavori di Mingus dopo la scrematura armonica a cui li abbiamo sottoposti. La strategia con cui è stato deciso di personalizzare il suo repertorio è infatti la stessa da lui utilizzata nella versione originale di Pithecantropus Erectus: dopo un tema che si snoda attraverso sezioni armonicamente difformi, l’improvvisazione si sviluppa su una struttura armonica semplice e scarna, di poche battute”. Un’essenzialità quasi minimalista la loro, ma rispettosa della bellezza delle composizioni affrontate, che in questa rilettura di sapore cameristico non perdono la loro originaria forza espressiva.