Il mio nome sia Gantenbein - Max Frisch - copertina
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Letteratura: Svizzera
Il mio nome sia Gantenbein
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Descrizione

Romanzo della costruzione di un'identità, Il mio nome sia Gantenbein rivela tutto il genio di Max Frisch che, in un mosaico spiazzante di personaggi e situazioni, mostra al lettore i processi della creazione narrativa, il ruolo dell'esperienza, dell'immaginazione, del racconto, e lo spinge a confrontarsi con i grandi interrogativi dell'epoca postmoderna.


Il mio nome sia Gantenbein inizia in un normalissimo bar. Un uomo saluta gli amici, ha fretta di andarsene, non sta molto bene, dice. Poco dopo viene ritrovato morto al volante della sua auto, ancora parcheggiata. Al narratore basta questo esile fatto per comporre – basandosi su poche frasi captate qua e là e sulle sue personali percezioni – la storia di quest'individuo. O meglio, due storie per i due personaggi che ha immaginato. Il primo si chiama Felix Enderlin, dottore in filosofia; l'altro Theo Gantenbein. Gantenbein porta sempre occhiali scuri e finge di essere cieco, anche se in realtà vede benissimo. Ma grazie a quello stratagemma può scoprire come sono davvero le persone, poiché agiscono credendo di non essere osservate. Prima di tutte la bella moglie Lilla, attrice; e poi Camilla, la manicure, a cui Gantenbein narra le sue storie, storie indossate come abiti. E tra questi racconti c'è anche quello di un cadavere ripescato nel fiume. Un morto senza nome e senza passato, o quasi...

Dettagli

12 aprile 2022
300 p., Brossura
Mein name sei Gantenbein
9788804746775

Conosci l'autore

Foto di Max Frisch

Max Frisch

1911, Zurigo

Max Frisch è stato uno scrittore svizzero di lingua tedesca. È noto soprattutto per le opere teatrali, che rivelano l’influsso di Brecht e di Thornton Wilder: E cantano ancora (Nun singen sie wieder, 1945), sul problema delle responsabilità dei crimini di guerra; La muraglia cinese (Die chinesische Mauer, 1946), una denuncia del sempre latente pericolo della dittatura; Don Giovanni o l’amore per la geometria (Don Juan oder die Liebe zur Geometrie, 1953), una delle sue opere più argute e raffinate; Omobono e gli incendiari (Herr Biedermann und die Brandstifter, 1953), «dramma didattico senza insegnamento» che smaschera la doppia morale del borghese; Andorra (1962), satira del pavido conformismo che rende possibile il trionfo del razzismo;...

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