Leggere questo romanzo della Kirino è stato come scendere un fiume. Non un ripido torrente con rocce affioranti dove l’adrenalina va alle stelle e le emozioni sono forti ma si arriva troppo presto alla fine, non un nero limaccioso corso d’acqua dove non si vede il fondo e le insidie sono nascoste con mulinelli traditori che rischiano di farti girare in tondo e perdere l’orientamento, bensì un largo placido fiume che ti permette di godere il paesaggio, dove struggenti emozioni non mancano. Un lungo percorso che vorresti non finesse mai e che ti permette di conoscere nell’intimo i compagni di viaggio, così diversi fra loro ma tutti necessari per dirigere la barca, tenerla al centro del fiume e mai farla arenare. Queste parole per descrivere lo stile non la trama, non il contenuto. Non crediate che si tratta di un viaggio di piacere, tutt’altro! Una tragedia è l’incipit del romanzo: la scomparsa, in un isolato luogo di vacanza, della piccola Yuka, tragedia che segnerà e sconvolgerà per sempre la vita dei nostri compagni di viaggio. Kasumi, la madre, tenace, instancabile con un’incrollabile fede nella ricerca della figlia, il padre, il rassegnato e remissivo Michihiro, che avrà un timido guizzo d’orgoglio, Ishiyama, amante di Kasumi, il cui cambiamento di stile è sorprendente, l’altezzosa Noriko, moglie di Ishiyama, che dopo un primo attimo di smarrimento, riprenderà il proprio stile di vita agiato, il sordido e subdolo Mizushima, custode del villaggio vacanze, potenziale pedofilo che sarà sospettato del crimine, l’ambigua anziana Tsutae, proprietaria del comprensorio turistico, amante di Mizushima e infine Utsumi, cinico e arrivista ex-poliziotto, condannato a morire per un tumore che aiuterà Kasumi a indagare sulla scomparsa della piccola. Rapporto stupendo quello che si istaura tra la donna che non vuole accettare la realtà della morte della figlia e l’uomo che non si rassegna a morire. Per la scomparsa della piccola Yuka tutti sono o potrebbero essere i colpevoli, nei fatti, o nelle intenzioni, o nei sentimenti.
«Anche il Giappone ha una regina del delitto. Il suo nome è Natsuo Kirino» - Tommaso Pincio, la Repubblica
«Natsuo Kirino è l'unica vera voce innovativa della letteratura giapponese degli ultimi venti anni» - Daisuke Hashimoto
«Kirino, dark lady più diabolica anche della yakuza» - Il Giornale
«La scrittrice di Tokyo, famosissima in patria, è una delle contestatrici più formidabili delle istituzioni sacre della società nipponica» - Lara Crinò, il Venerdì di Repubblica
Kasumi è nata e cresciuta nell'Hokkaido, ma fugge ben presto a Tokyo, dove sogna di realizzare una vita libera e diversa da quella monotona e squallida dei suoi genitori. Sposatasi con un tipografo mite e serio, Kasumi cerca una via di fuga nelle braccia di un cliente del marito con il quale inizierà una relazione segreta e appassionata, che indurrà l'uomo a comprare una casa nell'Hokkaido per ospitare la donna e la sua famiglia. Nel corso di questo soggiorno, la figlia maggiore di Kasumi scompare senza lasciare traccia. Convinta che la scomparsa della bambina sia il meritato castigo per aver tradito il marito, le figlie e, anni prima, i genitori, Kasumi intraprende un viaggio alla ricerca della figlia che la ricondurrà alle sue origini.
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ibs 24
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Anno edizione:2017
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