Il morso della reclusa

Inusuale drappello alle prese con un'indagine tutt'altro che semplice. Si percepisce la preparazione storico-letteraria dell'autrice che ci fa conoscere, con il pretesto del libro giallo, dolorose forme di violenza , anche di emarginazione sociale.

La Vargas fa centro anche questa volta con un romanzo dalla trama originale e mai scontata. Un po' monotona la parte centrale, ma un finale che si divora pagina dopo pagina, fino alla cattura del colpevole, ripaga pienamente il lettore. Belle le citazioni letterarie inserite qua e là, così come piacevoli ho trovato le digressioni culinarie. La figura del commissario resta, comunque, impareggiabile per umanità e testardaggine.

Premetto, è il primo libro di Vargas che leggo, forse ho sbagliato mi sono fatto convincere dalle recensioni entusiaste ma mi ha davvero deluso. Forse perchè non conosco bene il personaggio di Adamsberg ma ho trovato tutta la storia poco entusiasmante. Non ho sinceramente capito il nesso tra le 3 indagini (2 sicuramente di minor rilievo, la prima poi assurda e totalmente inutile ai fini della storia principale). In alcuni punti risulta davvero difficile da leggere con tratti pesanti e di poco rilievo ai fini del racconto. Per non parlare poi della storia principale, a metà romanzo si capisce già chiaramente il colpevole... non so se sia voluto, se in tutti i romanzi la Vargas lo vuole far capire, ma sicuramente il lettore più attento resterà deluso a mio modesto parere. Proverò a leggere i primi libri, sperando in un risultato migliore.