Morti e rimorsi
Al tramonto della sua vita, Vittorio Alberto Tordo, osannato scrittore del Ventesimo secolo, fa i conti con la propria coscienza ed è assalito dall'angoscia e dalla vergogna di sé. In un lampo di tardiva lucidità prende consapevolezza che con i suoi scritti, i silenzi, le azioni, si è reso complice delle nefandezze di due generazioni: la carneficina della Grande guerra, la dittatura del Regime, le efferatezze delle conquiste coloniali, le ignobili leggi razziali, la follia della Seconda guerra mondiale. E comprende che nel suo caso non si è trattato di viltà o di opportunismo, ma di un ottuso, ostinato accecamento morale. Ma è ormai troppo tardi per scrivere un ultimo libro, con il quale ripudiare tutto ciò che ha già scritto. Per chi, come Tordo, non è capace di aggrapparsi all'espediente della "infinita misericordia" di un dio e resta giudice unico di se stesso, la condanna sarà inevitabile e definitiva. Densa e folgorante, la scrittura di Mileschi disegna magistralmente le drammatiche lacerazioni di chi ha vissuto con intensità le vicende politiche e umane dello scorso secolo.
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Anno edizione:2007
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