Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah - DVD
Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah - DVD
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Il mucchio selvaggio
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Descrizione


Nel Texas del 1913 una banda di fuorilegge tenta una rapina all'ufficio postale ma è attaccata dalla banda di giustizieri capeggiata da un ex forzato. Sfuggita alla strage, la banda scappa in Messico e viene coinvolta nella guerra locale con Pancho Villa.

Dettagli

DVD
Vietato ai minori di 14 anni
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Informazioni aggiuntive

  • Warner Home Video, 2015
  • Terminal Video
  • 139 min
  • Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono);Inglese (Dolby Digital 5.1)
  • Inglese; Italiano; Rumeno; Arabo; Bulgaro; Ebraico; Olandese
  • 2,40:1

Valutazioni e recensioni

  • Sam Peckinpah con questa pellicola annienta completamente tutta la retorica e la poesia, spesso stucchevole e irreale, del western a stelle e strisce, confezionando un'opera priva di buonismi, di eroi e di cattivi stereotipati. A dirla tutta, è difficile anche solo intuire dove stia il bene e dove il male, in questa storia dove degli spietati fuorilegge sono sulle tracce di altri uomini della stessa risma; il tutto sullo sfondo della rivoluzione messicana, da sempre topos ricco di spietatezza e disillusione.

Conosci l'autore

Foto di Sam Peckinpah

Sam Peckinpah

1925, Fresno, California

Propr. David Samuel P., regista statunitense. Dopo un lungo apprendistato televisivo e teatrale, grazie all'interessamento dell'attore B. Keith nel 1961 esordisce dietro la mdp con l'insolito western La morte cavalca a Rio Bravo (1961), storia d'amore di due reietti senza speranza. Avversato dai produttori, il film ottiene un successo insperato ed evidenzia le caratteristiche della successiva produzione di un regista che non si arrende alla legge del profitto e del successo facile e vuole proseguire testardamente per la sua strada: storie cruente in cui la violenza ha un posto di primo piano accanto al disfacimento fisico e morale dei personaggi, eroi solitari e perdenti avvolti in una cornice (quasi sempre western) dal sapore un po' nostalgico e a tratti visionario. L'utilizzo quasi esasperante...

Foto di William Holden

William Holden

1918, O'Fallon, Illinois

Nome d'arte di W. Franklin Beedle jr., attore statunitense. Notato in una produzione teatrale al college, nel 1937 viene messo sotto contratto sia dalla Paramount che dalla Columbia. Dopo qualche ruolo minore, veste i panni del violinista/boxeur in Passione - Il ragazzo d'oro (1939) di R. Mamoulian, impressionando per il suo talento e prendendo in prestito dal titolo originale del film, Golden Boy, il suo soprannome. Tornato dalla guerra con il grado di tenente, interpreta qualche commedia, come Nata ieri (1950) di G. Cukor, fino all'incontro, fondamentale per la sua carriera, con il regista B. Wilder che lo dirige in personaggi indimenticabili: lo sceneggiatore fallito mantenuto dalla diva G. Swanson in Viale del tramonto (1950), l'enigmatico prigioniero del campo di concentramento in Stalag...

Foto di Ernest Borgnine

Ernest Borgnine

1917, Hemden, Connecticut

Nome d'arte di Ermes Effron Borgnino, attore statunitense. Figlio d'immigrati italiani, trascorre parte dell'infanzia a Milano, studia negli Stati Uniti, si arruola in marina nel 1935 e si congeda dopo dieci anni. Incoraggiato dalla madre a studiare recitazione, comincia dal teatro e si fa conoscere al cinema con il ruolo del sergente sadico in Da qui all'eternità di F. Zinnemann (1953). La parte del sensibile innamorato in Marty, vita di un timido (1955) di Delbert Mann gli fa vincere un Oscar, ma il suo volto caratterizza più spesso personaggi di contorno, malvagi o perdenti. Tra i molti film, interpreta Quella sporca dozzina (1967) di R. Aldrich, con tutti i seguiti, Il mucchio selvaggio (1969) e Convoy - Trincea d'asfalto (1978), entrambi di S. Peckinpah, 1997 - Fuga da New York (1981)...

Foto di Robert Ryan

Robert Ryan

1909, Chicago, Illinois

Attore statunitense. Campione di box al college, dopo una serie di occupazioni provvisorie frequenta a Hollywood il Max Reinhardt Theatrical Workshop. Esordisce (1940) conquistando ruoli di supporto nel cinema d'azione (Giubbe rosse, 1940, di C.B. DeMille) e nel dramma (Tragico Orien­te, 1943, di E. Dmytryk) per la rko, cui alterna una fortunata attività teatrale. Nel dopoguerra la sua asciutta durezza, nel volto scavato e nevrotico, lo rende interprete ideale di personaggi ruvidamente positivi o più spesso ambigui malvagi sul filo della legalità. Il razzista violento di Odio implacabile (1947) di E. Dmytryk gli vale una nomination, mentre i suoi personaggi continuano a esprimere psicologie paranoiche (Atto di violenza, 1948, di F. Zinnemann) o sadiche (Presi nella morsa, 1949, di M. Ophüls)...

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