La lettura di questo libro trasporta esattamente a cinque anni fa, quando la quotidianità di ognuno di noi veniva stravolta dalle restrizioni legate alla pandemia. Andrea e la sua famiglia si ritrovano chiusi nel loro appartamento H24, collegati al mondo esterno grazie alla tecnologia, paradossalmente uniti e divisi allo stesso tempo. La giornata era scandita dallo Smart working, dalla DAD, la spesa e le uscite con il cane, poi, via via le graduali aperture. Gioco forza, ogni famiglia ha dovuto modificare le dinamiche legate alla comunicazione e alla convivenza, in virtù della obbligata condivisione degli spazi e della coatta gestione del tempo. La voce narrante apre una finestra sulla disabilità, e’ un grido che si alza e, senza sconti, punta il riflettore sulle difficoltà che vanno ad aggravare le già complesse dinamiche della convivenza. L’impatto emotivo è forte, il lettore vive le fragilità di una persona che si trova a fare i conti con il presente, minato da riflessioni e perplessità per il futuro. un racconto che parte lento poi, pagina dopo pagina si rivela, un finale che lascia senza fiato.
