La nascita del giorno
Con gli anni, Colette si accorgeva di somigliare sempre più alla madre: Sido. Nel luglio del 1927, prima di partire per la sua casa nel Sud della Francia, formulò un progetto: «rileggere tutte le lettere di mamma, ed estrarne qualche gemma». Così nacque questo libro dal percorso sinuoso, insieme romanzo, memoria e divagazione, che fin dal suo primo apparire (1928) fu considerato un frutto aureo. Qui la «vagabonda» si fa più riflessiva, subisce un tempo di muda, nasce di nuovo come accade ogni giorno allasciutto cielo meridionale. «Una donna vanta tanti paesi natii quanti sono stati i suoi amori felici, e nasce sotto tutti i cieli dove guarisce dal mal damore». Era quello il momento in cui, sapendo di mentire, Colette poteva scrivere: «Una delle grandi banalità dellesistenza, lamore, scompare dalla mia». E subito aggiungeva: «Giuro che non desidero più nulla, tranne ciò che è inaccessibile». Pronta a contraddirsi un attimo dopo, mentre avvia il racconto di unaltra storia amorosa. Ma questa volta è la storia di un amore accortamente evitato, con una sapienza attinta da quelle cose «che simparano nella scuola migliore, dove insegnano anche la grande eleganza delle convenienze, lo chic supremo del saper declinare...».
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Edizione:4
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Anno edizione:1986
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