Indice
Le prime pagine del romanzo
Fino a quando resterò me stessa?
Perduta nei suoi pensieri, Sayoko si accorse che quella domanda le era di nuovo affiorata alla mente e non riuscì a trattenere un sorriso amaro. Se la poneva fin da quando era bambina. Se fossi qualcun altro, se per esempio fossi la piccola Yoko, che piace a tutti da morire, o se fossi la brava e studiosa Nitta...Era una sorta di pensiero fisso, che durante l'infanzia l'aveva abbandonata solo di rado. Seduta su una panchina, all'ombra degli alberi dai lunghi rami carichi di foglie, Sayoko volse lo sguardo verso sua figlia Akari, che giocava tranquilla nel recinto di sabbia. Nell'aria giochi c'erano molti altri bambini che ridevano e si divertivano insieme, mentre la piccola, anche quel giorno tutta sola in un angolo, continuava a scavare e mescolare la rabbia in silenzio. Forse, tempo un paio d'anni, avrebbe cominciato anche lei a sognare di essere qualcun altro? Sayoko trasse un sospiro e tirò fuori il cellulare. Niente, nessuna chiamata persa. Compose il numero di casa e provò ad ascoltare la segreteria telefonica. Niente, nessun messaggio. La chiamata che stava aspettando tardava ad arrivare.
Sayoko aveva dato alla luce Akari nel febbraio di tre anni prima. Quando la bambina aveva circa sei mesi, lei aveva cominciato a leggere con eccezionale scrupolo numerose riviste per neo-mamme e, nelle ore suggerite da quelle stesse riviste, nella mise consigliata, aveva preso l'abitudine di portare al parco vicino casa la figlia neonata. Aveva chiacchierato diverse volte con le mamme di bambini suppergiù della stessa età di Akari, ed era perfino andata insieme ad alcune di loro all'ospedale in occasione delle visite mediche di routine e delle vaccinazioni. Poco a poco si era accorta dell'esistenza di un piccolo mondo, invisibile e strutturato come un clan. Era un mondo governato da una gerarchia ben precisa, con tanto di leader e seguaci, come anche di madri che per una ragione o per l'altra restavano ai margini perché nessuno poteva sopportarle. Sayoko, che aveva già superato la trentina ed era più anziana della maggior parte di quelle donne, si era resa conto abbastanza presto di essere considerata "un po' diversa". Nessuno la riteneva una cattiva persona, ma aveva qualche anno in più e non era facile trovare un argomento di conversazione comune, così come non era facile sentirsi a proprio agio con lei. E Sayoko, da parte sua, riconosceva che in fondo era inevitabile che le cose andassero in quel modo.