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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2020
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Editore: Beat Collana : Biblioteca Editori associati di tascabili Anno: 2011 Copertina e misure: Brossura - 19.5x12.5 cm - 135 pp Condizioni : Volume in buone condizioni, nuovo da giacenze. Non esitate a contattarci per ulteriori informazioni, foto o problemi. Posizione : 28F-36 . . . Molto buono (Very Good). . . .
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Il pregio di questa autrice è soprattutto quello di avere un suo stile personale apprezzabile. La storia in questo libro è forse troppo sentimentale, comunque scorrevole e dolce.
Ho già detto più volte che i testi non sono mai uguali per ognuno di noi, ma impattano sulla propria unicità e sull’unicità del momento. Sono libri, quelli proposti dal gruppo di lettura, che rappresentano per me una “novità”, piacevole, tenendo conto che arrivo da un passato di Hesse, Junger, Eugen, Roth, Jung, Tagore, Leopardi, e faticose esperienze dell’anima. Testi intensi, ma con una punta di sofferenza. Montagne sempre più affascinanti, da scalare però ogni volta per la via più difficile, più irta. Quasi una colpa, marchio “caino” che mi accompagna. O meglio, giogo che si fa dolce con il divenire dell’ascesa, della vetta. Ali di babbo è breve, semplice, gradevole. Come dovrebbe essere la vita. Come vorrei essere. Non monopolizza la lettura lettura. Nel frattempo ho potuto rileggere a distanza di venticinque anni, IL LUPO DELLA STEPPA, con inquietanti ed affascinanti coincidenze e similitudini…. e “La montagna e il suo simbolismo” di Marie-Madeleine Davy (montagna come esercizio spirituale e simbolico). “Ali di babbo” mi è piaciuto, a parte l’epilogo che avrei immaginato diverso. E’ una rivisitazione della vita degli “ultimi”, intesi come coloro che hanno scelto di restare fedeli alle proprie radici, relegandosi e relegati quindi ai margini del mondo. Anche se personalmente credo che sia il mondo ad essersi emarginato dall’umanità e non loro, che la conservano quasi intatta. Vivono nella loro isola felice. Semplici e tutto sommato contenti. E questo ci fa un poco invidia. La scrittura è scorrevole, sia nella parte descrittiva che in quella dei dialoghi. Trama semplice: racconta del vivere di alcune esistenze. A differenza di “Olive comprese”, dove si parla per quattrocento pagine del moto di centinaia di macchiette. Mi piace l’idea del racconto visto da una adolescente. Più che di una tredicenne (provare a guardare ai nostri adolescenti!!!….) si tratta di una bambina. Consente di affrontare alcuni temi quali il destino, la fede, Dio, il sesso, in modo “innocente” ma non per questo infantile e passare affermazioni elementari ma profonde (es.: Madame che in spiaggia, con il ferito, si spoglia e si congiunge con lui. Quel raccontarlo da bambina lo trasforma in qualcosa lontano sia dall’estremo dell’amore sublimato degli artisti o dalla mera carnalità). Mi piacciono questi “ultimi”, soprattutto Madame e il Nonno. Belle persone, fuori e dentro. Li sceglierei sicuramente come amici fidati. Mi piace questa gente di frontiera… che pare in via di estinzione ma che umanamente spero resista, sopravviva, perché se c’è un futuro per l’umanità è nelle mani di questa gente, che vive e non si lascia vivere, che resiste.
La trama è banale e il modo di scrivere poco affascinante. Questo libro di Milena Agus non mi ha affatto entusiasmato. Nonostante la storia piatta, ci sono piacevoli descrizioni dei luoghi incontaminati della Sardegna e un leggero filo di magia nell'aria che lo scorrere del tempo non cancella. Ali di babbo è un libro semplice, senza molto pretese ma molto scorrevole da leggere per passare un buon momento di relax. Il finale non è affatto scontato e questo potrebbe essere un punto a favore dell'autrice che resta, a mio parere, sopravvalutata.
Recensioni
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