New Pleasures

Arp (alias Alexis Georgopoulos), fa il suo atteso ritorno in Mexican Summer con il secondo capitolo della sua trilogia ZEBRA. New Pleasures fa avanzare la narrazione iniziata con l'acclamato ZEBRA del 2018: di umore pastorale, il disco ha agito come l'alba su un nascente paesaggio edenico, che ricorda un bellissimo album Fourth World perduto da tempo. In questo mondo, la musica si avvicinava alla paziente cadenza del tempo geologico, il modo in cui il tempo si sospende quando guardi un fiume in movimento. C'era, tuttavia, la presenza di qualcosa di estraneo all'orizzonte. Ora, Arp ci porta in profondità nella griglia della città. (O è un complesso reticolo di microchip?) New Pleasures fa avanzare rapidamente di qualche secolo, collocando gli ascoltatori in uno Sprawl post-industriale (per prendere in prestito un'espressione da Neuromante di William Gibson) di cemento e vetro, infondendo all'album il bagliore selce del commercio, i ritmi slanciati dell'industrializzazione e la fredda finezza del brutalismo. Il risultato è una collezione di interni pop futuristici con esterni luccicanti; un'indagine prismatica sulla coscienza della macchina, l'economia del desiderio e una miriade di forme di possesso: una risposta distopica al naturalismo idilliaco di ZEBRA.