Ninfale fiesolano

Secondo la mitologia rinascimentale, Fiesole fu fondata da Attalante che, dopo un lungo viaggio attraverso l’Africa, chiese ad Apollo dove potesse trovare un bel posto per riposarsi. Apollo gli indicò la collina sopra l’Arno, la più bella al mondo, e Atlante fondò una città chiamata “Tu fies sola,” che significa “Tu sarai unica”. Questo mito leggendario contribuisce alla storia e all’identità di Fiesole, anticipando la futura grandezza di Firenze. Il Ninfale fiesolano è un poemetto di circa 450 versi ambientato nei boschi di Fiesole e nei colli a nord di Firenze. La trama ruota attorno a una storia d’amore: il giovane pastore Africo si innamora della ninfa Mensola, ma il loro amore è ostacolato dalla devozione di Mensola alla dea Diana. Africo, disperato si traveste da donna per avvicinarsi a Mensola, ma la situazione si complica quando la ninfa scopre la sua vera identità. La storia culmina in una tragedia, con la morte di Africo e la punizione di Mensola da parte di Diana. Il Ninfale fiesolano è un esempio di poesia amorosa e mitologica. Boccaccio mescola elementi classici con la sua visione personale, creando un’opera che esplora temi come l’amore, la devozione e la fatalità. Questo poemetto anticipa anche la grande tradizione letteraria fiorentina che caratterizzerà il Rinascimento italiano. Boccaccio, con il suo Ninfale fiesolano, ci offre una visione appassionata e complessa della natura umana, inserendosi nel panorama culturale dell’epoca e lasciando un segno indelebile nella storia della letteratura italiana