Un libro dalla lettura scorrevole e piacevole (ma per nulla disimpegnata), veramente ricco di contenuti, rinvii ad ulteriori letture (ad altri testi o pagine web, grazie a note a piè di pagina interessanti e ben fatte) e quindi foriero di spunti di riflessione. Il testo avanza presentando all'occorrenza riprendendo casi concreti, mutuati dall'esperienza professionale diretta dell'autore, includendo anche estratti di lettere ricevute da insegnanti e genitori. Da leggere con la matita in mano per evidenziare i (molteplici) paragrafi chiave. Vivamente consigliato a chiunque interagisca con i bimbi e ragazzi (in qualità di genitore, nonno, parente, insegnante o altro), indipendentemente dal proprio livello di istruzione, anche a chi ritenga di usare già nel quotidiano del buon senso nell'educazione dei propri ragazzi.
Non è colpa dei bambini. Perché la scuola sta rinunciando a educare i nostri figli e come dobbiamo rimediare. Subito
Un libro forte e necessario, che non colpevolizza nessuna categoria ma al contrario chiama tutti, genitori, insegnanti e anche medici, terapeuti e funzionari, a un lavoro comune per recuperare il senso vero dell’educare, tracciando una linea netta tra malattia e cattiva educazione
Sono convinto che il modo più efficace per affrontare le problematiche di bambini e ragazzi sia l'educazione. L'educazione crede nelle potenzialità. L'educazione guarda al bicchiere mezzo pieno e organizza strumenti e processi con l'obiettivo di stimolare, favorire, sostenere l'apprendimento. Ce ne siamo dimenticati.
Negli ultimi quindici anni gli adulti che hanno avuto a che fare con il mondo dell’infanzia, insegnanti o genitori, hanno dovuto confrontarsi in modo graduale ma inesorabile con una crescente terminologia medico-psichiatrica: disturbi dell’attenzione, autismo, dislessia, discalculia… Le certificazioni sono aumentate in maniera esponenziale e molti bambini – che un tempo sarebbero stati indicati come turbolenti, indisciplinati, in difficoltà – oggi hanno una diagnosi precisa. Eppure, ci racconta qui Novara per la prima volta, i conti non tornano: le diagnosi italiane eccedono la media di qualunque nazione, e l’accelerazione con la quale crescono nelle nostre scuole non è in linea con le statistiche internazionali. Cosa sta succedendo? Con le competenze di esperto dell’educazione, e l’apprensione di un osservatore empatico del mondo scolastico, Novara ci propone una risposta semplice e sconvolgente: stiamo sostituendo la psichiatria all’educazione. In una scuola, e in una società, che sta abbandonando una delle sue missioni fondamentali – crescere le nuove generazioni – è diventato perversamente più semplice definire malato un bambino che non riusciamo a educare. In queste pagine, ricche di dati chiari e di esperienze sul campo, Daniele Novara ci porta alla scoperta di un sistema che troppo spesso preferisce la terapia all’educazione. Ma ci mostra anche, attraverso percorsi già sperimentati, come sia possibile opporsi a questa deriva, recuperando la missione primaria delle famiglie e dei docenti. Un libro forte e necessario, che non colpevolizza nessuna categoria ma al contrario chiama tutti, genitori, insegnanti e anche medici, terapeuti e funzionari, a un lavoro comune per recuperare il senso vero dell’educare, tracciando una linea netta tra malattia e cattiva educazione, per ridare ai bambini la scuola, e la società, di cui hanno bisogno.
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Autore:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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DAVID ANGELONI 15 febbraio 2018
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Rossana Sacco 28 novembre 2017
Il pedagogista e consulente Novara, pone l'accento su quella che definisce "epidemia" di diagnosi di deficit di attenzione, dislessia, ADHD nella scuola italiana odierna. Sostiene la tesi che ci sia una delega di genitori ed insegnanti al proprio ruolo di educatori, a favore di una strada più facile quale la certificazione di una difficoltà di apprendimento. Il libro aiuta ad una riflessione e consiglia di riprendere il ruolo di genitori, spiegando come.
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