Una serie di ricordi di Kuki naturalmente tutti legati alla sua amatissima Africa Questa volta però il libro non mi ha entusiasmato: i racconti non sono legati tra loro da un filo logico e mi sono sembrati quasi un espediente per riempire un libro (a differenza invece di “Elefanti in giardino” dove l’elemento comune era il cibo come “ponte” tra la cultura occidentale e quella africana). Questa volta Kuki ha curato la traduzione italiana e mi è sembrata una prosa meno scorrevole degli altri libri. Il fascino dell’Africa però lo rende comunque un libro scorrevole che ti fa venire “il mal d’Africa” al solo immaginare i panorami descritti o gli animali.
Piccoli ricordi, episodi apparentemente insignificanti, immersi nel silenzio degli spazi e delle notti africane. Insieme anche la malinconia struggente dei ricordi di dolore, delle persone scomparse, che affollano la mente e la scrittura di una narratrice contemporanea.
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
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