Non sono proprio riuscito a digerire tutto il delirante onanismo mentale del protagonista. Non mi ha disturbato, non mi ha colpito: mi ha solo annoiato. Ed è pure strutturato male come romanzo: le due parti in cui è diviso sono staccate, sia come stile sia come storia.
La nube purpurea
«Quando lessi "La nube purpurea" pensai che forse sì, c'era un misterioso, occulto, magmatico e magnetico caso Shiel. "La nube purpurea" era un libro matto e rapinoso, un sogno, un delirio, un'allucinazione, era un oggetto letterario di forma e dimensioni inconsuete; era un animale impossibile, venuto dallo spazio o forse salito dalle schiume d'Acheronte. Teneva assieme l'accelerazione perversa di quel libro la cupa, geometrica concentrazione, un'unità di tema che s'accompagna ad un'estrema sobrietà di personaggi, un Adamo ed una Eva, unici abitanti di un mondo disfatto. Se ripenso ora la riuscita straordinaria e enigmatica della "Nube purpurea", mi pare che essa fosse dovuta appunto all'intervento di una poderosa vincolante figura retorica, l'antica "unità", che aveva tenuto assieme un materiale che aspirava al riposo del delirio. Quella "unità" aveva agito sulla vocazione caotica del linguaggio, l'aveva gelato in una forma che rancorosamente reggeva.» (Giorgio Manganelli)
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:4
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Anno edizione:1991
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LakesMeadow 28 febbraio 2022
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Facciamo una premessa: questo romanzo ha più di un secolo. E' importante ricordarsi questo aspetto perché chi come me apprezza la fantascienza "apocalittica" più recente, potrebbe ritrovarsi un po' spiazzato. Sì, perché l'inizio è in perfetto stile e dubito che qualcuno possa non apprezzarlo. Superata la prima "fase", tipica di questo filone, dove il genere umano (e non solo) si trova a dover affrontare un evento tanto inaspettato quanto impossibile da fermare, il racconto perde mordente e inizia ad annoiare. A volte offre spunti di riflessione estremamente plausibili, altre volte si perde in pellegrinaggi intercontinentali difficili da credere e, per me, da digerire. Detto ciò, per chi ama il genere, questo libro rappresenta una tappa obbligata. E' un po' il padre di un filone ed è bene leggerlo, quantomeno per capire dove affondano le radici di letture più recenti. Riassumendo: scritto bene, buona trama, un po' (troppo) lento.
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Facciamo una premessa: questo romanzo ha più di un secolo. E' importante ricordarsi questo aspetto perché chi come me apprezza la fantascienza "apocalittica" più recente, potrebbe ritrovarsi un po' spiazzato. Sì, perché l'inizio è in perfetto stile e dubito che qualcuno possa non apprezzarlo. Superata la prima "fase", tipica di questo genere, dove il genere umano (e non solo) si trova a dover affrontare un evento tanto inaspettato quanto impossibile da fermare, il racconto perde mordente e inizia ad annoiare. A volte offre spunti di riflessione estremamente plausibili, altre volte si perde in pellegrinaggi intercontinentali difficili da credere e, per me, da digerire. Detto ciò, per chi ama il genere, questo libro rappresenta una tappa obbligata. E' un po' il padre di un filone ed è bene leggerlo, quantomeno per capire dove affondano le radici di letture più recenti. Riassumendo: scritto bene, buona trama, un po' (troppo) lento.
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