O Dante! Un poema per il 2000
Nel leggere e rileggere la “Commedia” dantesca Giorgio Manacorda si è trovato, quasi automaticamente, a riviverne il movimento, immettendone versi, situazioni, personaggi, ragionamenti, entro la propria voce personale di poeta. E ha scritto questo «poema impossibile», che muove a ritroso dal “Paradiso” al “Purgatorio” all’”Inferno”, rivolgendosi a Dante dalla distanza del proprio e del nostro essere così “dopo”, così “tardi”, così “minori”. È un insistente corpo a corpo col grande poema, che si appropria delle sue forme e torsioni linguistiche, delle sue memorabili pronunce, in un gioco di luci e di ombre, di splendori e di orrori. Dialogando con Dante, in un nesso di audacia e umiltà, di ironia e di meraviglia, nella coscienza della sua incommensurabile distanza, Manacorda viene a interrogare se stesso e tutti noi, ciò che resta e ci resta: percorre e misura i limiti del nostro mondo, tra lacerazioni, speranze, ansie, desideri, equivoci, errori, illusioni, metamorfosi, derive: rovesciando l’ascesa dantesca in un brulicante precipitare.
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Anno edizione:2022
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