L'oltrecampo
"Maria Teresa Stillo guarda negli occhi il Divino. Poi si mette a scrivere poesie che contengono, ancora fresche, tracce di quello sguardo ed esprimono ciò che il linguaggio della poesia sa trasmettere: l'inesprimibile. Come una delle antiche sacerdotesse del tempio di Venere, posto in cima all'acropoli di Ankon sul colle Guasco, danza e dipinge con le parole, poi, dopo aver reso grazie all'Invisibile, depone le sue opere sull'altare sacro della dea e le offre alla Madre dei Mondi, perché è a lei che appartengono, come tutte le creazioni umane dell'arte e dell'ingegno..." (dalla Prefazione di Corrado Manzotti). Un caldo suadente mi imprigiona / al ciliegio in fiore, avvolgendo / ogni parola nel lento diradarsi / di aprile. / In disparte rimango / in questa giornata inconsueta / trattenuta dal canto / sospeso nell'aria / che piano in alto mi porta, e svanisce / nel niente / della città, sui fili della biancheria / libera dai legami del corpo, / davanti a un sole fiammante / cui lascio che brucino scomposti mugolii, / tiepide attese, / tenendo in mano gli anni restanti: / innalzami con te in ogni tuo risorgere /e lascia che nulla oiù mi strugga ! (Maria Teresa Stillo)
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Anno edizione:2025
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