Il volume 65 di One Piece mi ha dato sensazioni contrastanti, ma nel complesso lo considero un tassello fondamentale per la saga dell’Isola degli Uomini-Pesce. Da una parte, c’è l’inconfondibile maestria di Oda nel costruire un mondo dettagliato e unico, con personaggi che, pur secondari, riescono a lasciare il segno. Dall’altra, ho percepito un leggero rallentamento nel ritmo narrativo rispetto ai volumi precedenti, probabilmente perché è qui che la trama si prende il tempo per esplorare alcuni retroscena importanti. Quello che ho apprezzato di più è come Oda affronti temi molto profondi, come la discriminazione e il peso del passato, intrecciandoli alla classica avventura di Rufy e della sua ciurma. Alcuni momenti sono davvero potenti, ma in certi punti ho avuto la sensazione che il messaggio rischiasse di sovrastare l’azione e l’equilibrio tipico della serie. Detto questo, il volume 65 rimane una lettura avvincente. C’è quel mix unico di dramma, comicità e azione che solo One Piece sa offrire, e le basi che vengono poste qui fanno presagire sviluppi ancora più interessanti nei prossimi capitoli. Non è forse il mio volume preferito, ma è una tappa importante che non si può ignorare.
