Ora pro loco - Gesuino Némus - copertina
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Letteratura: Italia
Ora pro loco
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Descrizione


«Il lavoro sui personaggi è la caratteristica vincente. E un trascolorare di toni che va dalla malinconia all'ironia» - Ermanno Paccagnini, La Lettura

Dall'imprevedibile autore de "La teologia del cinghiale", un nuovo mistero ambientato nel mitico paesino sardo di Telévras. Uno strano incidente d'auto, un suicidio impensabile, un ragioniere trafficone sono solo alcuni degli elementi che ci riportano a Telévras, uno dei territori più poveri del pianeta. 1 turisti lì non arrivano. Occorre inventarsi qualcosa, per fare in modo che cessino lo spopolamento e il decremento demografico. È una Telévras contemporanea, ma gli abitanti, i loro comportamenti e le loro aspirazioni non sembrano adeguarsi ai tempi. Una galleria di nuovi personaggi, da Donamìnu Stracciu, poeta "apolide e apocrifo", alla catechista di professione Titina Inganìa, fino a Michelangelo Ambéssi, l'uomo per cui tutto ciò che supera il metro e sessanta è da guardare con sospetto: sono loro alcuni dei protagonisti di questa vicenda che sembra passare quasi inosservata anche nelle cronache locali. Ma, in una fredda mattina d'inverno, arriva nel paesino l'ispettore Marzio Boccinu, al momento in congedo dalle forze dell'ordine, il quale si troverà invischiato in un intreccio in cui la realtà supererà, come sempre, ogni fantasia...

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Fozzi Libri
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Dettagli

20 aprile 2017
246 p., Brossura
9788869932502

Valutazioni e recensioni

  • Se ce ne fosse ancora bisogno: Matteo Locci-Gesuino Némus è da annoverare tra i grandi. E lo è perché, a mio avviso, scrivere un giallo con una trama drammatica e ricca di vicende umane cupe e credibili con un’ironia strepitosa è roba complicata, dei grandi, appunto. C’è Gesuino anche in questo libro e assume un ruolo fondamentale ancorché defilato. E ci siamo affezionati alla sua estraneità al nostro mondo, al suo costringerci a guardarlo, il mondo, col suo sguardo “fund’assùsu”, all’incontrario. Si ritrovano le atmosfere, i personaggi, come il barista (da applausi i cartelli che affigge alla porta del suo locale), il poeta bizzarro, pazzo, e anche qualcosa in più, che si converte alla prosa per regalarci un altro racconto nel racconto, surreale e sublime. E c’è la Sardegna e le sue storie insieme, come sempre, alla Storia. Ai tentativi spesso, purtroppo, riusciti, di truffare un mondo che si spopola, col solito ricatto di finanziamenti salvifici. Un piccolo mondo, il paese di Telévras, in crisi anche istituzionale: appeso alla Pro Loco, che non ha nemmeno un sindaco. Un luogo che sembra avulso dalle passioni, a parte quella per il fil’e ferru. E invece, sottotraccia, vi sono storie forti, inconfessabili e inconfessate, finché non arrivano due morti sospette. Il protagonista, l’investigatore Marzio Buccinu, che viene sospeso dal suo incarico subito dopo le morti che in verità solo a lui paiono sospette. Anzi: abbandona proprio la Polizia per diventare uno degli indigeni. E sembra, sembra, continuare le indagini, ma a sua stessa insaputa. Ma a Telévras niente è come sembra. Personaggio tosto, l’ispettore: come il suo soprannome, tostorrùdu, testardo, pignolo e minuzioso, anche con la lingua (lo fa impazzire un congiuntivo sbagliato). Convinto di avere le intuizioni giuste, si dà sempre ragione. Cammina e pensa, pensa e cammina. Gira in tondo col suo compiacimento. E i suoi ragionamenti diventano un circolo che, da lui coccolato e accarezzato, si fa vizioso. Ma il suo camminare e pensare, il suo pensare e camminare in direzione ostinata e contraria lo aiuteranno a svelare il mistero. Lo aiuteranno soltanto però:il finale è inaspettato e sorprendente per i lettori, ma anche per lui.

  • SARA MUGGITTO

    Dopo qualche mese riprendo a fare acquisti in libreria e questo romanzo mi ha davvero sorpresa! Uno spaccato della vita dei nostri piccoli paesi, così terribilmente reale. Mi piace molto il suo raccontare e tenere viva l'attenzione sino alla fine. Presa dalla curiosità ho letto anche i bambini sardi non piangono mai....a breve sicuramente anche la teoria del cinghiale.

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Foto di Gesuino Némus

Gesuino Némus

1958, Jerzu

Gesuino Nèmus, pseudonimo di Matteo Locci (Jerzu, 1958), è uno scrittore italiano. Esordisce nella narrativa con La teologia del cinghiale, edito da Elliot nel 2015 e vincitore, tra gli altri, del Premio Campiello Opera Prima e del Premio John Fante Opera prima. A La teologia del cinghiale segue I bambini sardi non piangono mai, vincitore Premio Franco Fedeli miglior poliziesco dell’anno 2016.

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