L'autrice presenta il libro in modo enigmatico, e sembra quasi volerne scoraggiare la lettura. In realtà invece a mio parere è un racconto affascinante proprio perché giocato su apparenti contrasti. Da una parte un linguaggio scarno, essenziale, che sembra il meno adatto per dare spazio ai sentimenti, e alleggerito anche da una gradevolissima ironia. E contemporaneamente l'emergere progressivo delle relazioni di affetto. che diventa una travolgente piena emotiva, a cui l'autrice sembra non potere e non voler opporre nessuna resistenza. Il tutto per la presenza di un bambino che diventa il centro delle relazioni, troppo piccolo per averne consapevolezza e come tutti i bambini motivo di continue sorprese, di lui sul mondo e del mondo su di lui. Giusta la scelta di non accennare una possibile trama, sia perché una trama vera e propria non c'è, sia perché anche un abbozzo sarebbe banalizzante. Un libro da gustare in diretta, secondo me bello in maniera sorprendente e utile per ulteriori riflessioni.
"Chi è l'ospite? Presentato via via come tartaruga, come anemone marino, come gatto di casa, in certi momenti è una divinità: nostrana o esotica. D'altronde l'ospite ha un nome umano e alla fine della storia è detto di lui che 'si ricorda della sua giovinezza'. Dove è capitato l'ospite? Appunto presso chi ha visto in lui una bestiola da curare, ma anche un portatore di salvezza: e non per confusione mentale, semmai per un eccesso di lucidità. Il rapporto tra loro? Naturale, elementare; eppure insieme difficile: adorante ma inadeguato da una parte, supremamente libero - ora condiscendente ora distratto - da parte di 'colui che è venuto di lontano'. L'ospite è soprattutto apportatore di gioia; ma essendo la sua presenza -transitoria - intimamente legata alle ultime radici, sommuove il senso della vita, crea nuovi legami fra le cose, le persone, i pensieri. Del resto forse nemmeno l'ospite, né la rete sottile delle rispondenze, è il libro; forse è un movimento, insieme fatale e semplice, scorrente sotto la staticità delle immagini, che sospinge il lettore: verso cosa o verso dove? Il libro stesso è questo cosa o dove." (Lalla Romano) Con uno scritto di Pier Paolo Pasolini. Prefazione di Giovanni Tesio.
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Anno edizione:2016
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Maria Airoldi 01 marzo 2017
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