Libro interessante che ripercorre per sommi capi la storia degli ultimi ottanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale e delinea ciò che peraltro era già evidente a chi avesse voluto vederlo: Europa come soggetto privo di autonomia ed europeismo di facciata fra soggetti non miscelabili. Il libro è comunque interessante ma vola alto restando fra le scienze politiche senza mai considerare i fattori materiali: un esempio per tutti, la scarsità di risorse e l'impossibilità di quindi di garantire lo sviluppo infinito base del capitalismo anglosassone. Il linguaggio inoltre è molto narcisistico e privilegia i giochi di parole senza aggiungere nulla al contenuto rende meno scorrevole la lettura. Anche la conclusione, per usare un gioco di parole simile a quelli dell'autore, sembra inconclusa e invita sostanzialmente alla diplomazia e al rispetto dei sistemi politici "altri" evitando di fomentare rivoluzioni colorate che alla fine non colorano il mondo se non per i colori dell'incendio. Nella propaganda di Stato, una voce "finalmente" dissonante ma di certo non particolarmente originale.
La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa
Trent’anni fa, quando l’Unione Sovietica divenne la Federazione russa, abbiamo pensato che la guerra in Europa fosse finita. Ma a finire, in realtà, fu la pace. Tra l’89 e il ’91 l’ordine mondiale fondato sull’equilibrio del terrore si è esaurito. Nessun nuovo ordine è stato negoziato e non è strano che da allora la politica europea sia destinata all’instabilità. L’oblio del nostro passato ha fatto compiere all’Occidente una serie infinita di errori e così siamo scivolati nell’invasione russa dell’Ucraina come sonnambuli. Ci siamo risvegliati in un’Europa diversa, unita come mai prima. Putin si è rivelato il nemico perfetto, venuto subito dopo la pandemia. La Nato si è rafforzata, gli Stati Uniti si sono riavvicinati. Ma l’unità innescata dalla guerra in Ucraina è del tutto reattiva. Cosa accadrà dopo? Nel 2022 è cominciato un secolo nuovo. La Russia vuole tornare a essere un impero. La Cina è in sintonia con Mosca, ma solo per competere da una posizione di vantaggio con Washington. La Germania deve fare i conti con la sua storia mentre si arma. L’Italia oggi rischia di disgregarsi in molte sub-Italie a vantaggio di potenze vicine e lontane. Questa guerra fa emergere le differenze di interessi delle due sponde dell’Atlantico e la difficoltà a conciliarle. Gli Stati Uniti torneranno ad allontanarsi, oppure le relazioni con l’Unione europea si faranno più tese? La geopolitica del futuro potrebbe somigliare a una versione più complessa di quella del passato. Per capire chi siamo, quel che (non) possiamo, dobbiamo dunque scandagliare le radici antiche dell’oggi. Così scopriremo quanto angolo ci resta per soddisfare la nostra insopprimibile volontà di domani.
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Riccardo 03 aprile 2023Europa come avamposto strategico e la farsa dell'europeismo
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gigateo 06 marzo 2023Abbiamo un futuro alle spalle?
Sono stato abbonato per anni a Limes, la rivista italiana di geopolitica, e per questo rimasi molto deluso e sorpreso quando Lucio Caracciolo, il suo storico direttore, pochi giorni prima del 24 febbraio scorso si diceva assolutamente certo che la Russia non avrebbe mai invaso l'Ucraina. Lo consideravo, e lo considero tutt'ora, uno dei maggiori esperti di geopolitica e un'ottimo divulgatore della materia, ma quella previsione errata ha minato le mie certezze, tanto che sono rimasto per mesi in dubbio se leggere o meno questo libro, finché ho ceduto. I primi due capitoli sono dedicati a confutare, a posteriori, la famosa "fine della storia" di Francis Fukuyama, l'idea di Pan-Europa, del conte Kalergy (vi dice niente questo nome?) declassata ad utopia e la visione di Stati Uniti d'Europa contenuta nel Manifesto di Ventotene. Caracciolo, insomma, decreta la fine del sogno europeo, condannato dal ritorno nella storia della Germania e, sembra, aspettarsi una Guerra Grande tra i tre imperi decadenti Usa-Russia-Cina. Che dire? Spero che anche questa volta, nonostante la sua padronanza della materia, abbia sbagliato previsione. Nonostante questo, è un libro che apre ad uno sguardo meno retorico la storia politica degli ultimi trent'anni, per cui vale comunque la pena leggerlo.
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Den 06 febbraio 2023illeggibile
Ancorché abbia avuto modo di studiare Fukuyama, dal cui pensiero l’autore parte, il testo nel suo insieme è assolutamente indigeribile. Una sfilza di vocaboli desueti o strettamente attinenti al gergo filosofico che non fanno altro che appesantire enormemente la lettura. Un libro di poche pagine la cui lettura, anche saltando, si fa veramente difficoltà a portare a termine. Sembra sinceramente un espressione di puro narcisismo letterario più che l’intento manifesto di voler far capire qualcosa ai lettori. Una vera delusione. Suggerisco la lettura di un estratto prima dell’acquisto se comunque interessati.
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