Nel Credo confessiamo la nostra fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Ma, in pratica, la maggior parte dei credenti ha una fede "deista". Non hanno mai scoperto il cuore del Padre. E chi non conosce il Padre, nemmeno conosce il Figlio e, ancor meno, lo Spirito Santo, legame d'amore del Padre e del Figlio. Credono in Dio e lo invocano "Dio mio!", ma si rivolgono a un essere impersonale, astratto, lontano. È il Dio del "teismo" che ha portato, per negazione, all'"ateismo". Il Concilio Vaticano II, come risposta all'ateismo, ha voluto offrire al mondo il vero volto di Dio. Perciò, ha parlato della "paternità divina" che eleva gli uomini alla dignità senza uguali di figli di Dio, radice ultima della dignità della persona umana. "Tutti quelli che ha scelto, il Padre fin dall'eternità "li ha distinti nella sua prescienza e li ha predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché Egli sia il primogenito tra molti fratelli"" (Rm 8,29) [LG 2]. Il mistero della fede richiede che i fedeli vi credano, lo celebrino e ne vivano in una relazione viva e personale con il Dio vivo e vero. Tale relazione è la preghiera. (CCC 2558)
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