Paesaggio e vivibilità. Cambiamenti persistenti
L’uomo ha da sempre trasformato il paesaggio, ma lo ha fatto prevalentemente in modo non riflessivo. Nel corso della storia abbiamo abitato mondi in cui il modo di vivere era essenzialmente “contro” la natura, sin dal tempo in cui la sopravvivenza era il principale problema della specie. Nel momento in cui il principale pericolo per l’evoluzione della vita è l’uomo stesso, è necessario cambiare il senso della presenza sul pianeta, per orientarsi a vivere “con” la natura. La storia dell’evoluzione ci deve indurre a pensare alla specie umana come “parte del tutto” e non come “una parte sopra le altre”. Comprendere ed elaborare in modo non distruttivo il rapporto con la natura è una delle sfide cruciali per l’educazione del ventunesimo secolo. La riflessione sulla vivibilità richiede un’educazione sentimentale all’appartenenza naturale, in cui si colloca anche la transizione da una visione del paesaggio come spazio da contemplare a una visione del paesaggio come spazio di vita. La consapevolezza di questa transizione, tuttavia, non basta per il cambiamento: è solo attraverso un diffuso investimento in educazione che sarà possibile innovare stili e comportamenti individuali e collettivi nella direzione di garantirci una buona qualità della vita.
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Anno edizione:2017
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