Un libro che spiazza, che è un viaggio nella cultura francese (il numero di autori e artisti che mi sono segnato per approfondire sono tantissimi), ma allo stesso tempo un enorme squarcio di riflessione sul progresso, sul legame tra tecnica e umano. Un libro che è inaspettato, anche nella sua conclusione
Parigi nel ventesimo secolo
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Un romanzo avvincente, in cui però il grandioso si tinge dell’umorismo più cupo.
Parigi, 1960: una splendida metropoli, scintillante di elettricità, attraversata da automobili e metropolitane sospese e automatizzate. In questo futuro all’apparenza radioso, sono in pochi ad apprezzare ancora la cultura classica, l’arte, la poesia. Tra questi, il giovane Michel Dufrénoy, che nutre l’ambizione di divenire poeta. Tuttavia, in un mondo in cui l’unica creatività letteraria è quella sponsorizzata dal governo, che si traduce in un teatro becero e creato in serie, trovare un posto per le sue vocazioni sarà impresa complessa. Deciso comunque a mantenersi con la propria arte, Michel scopre presto che il suo libro di poesie è impossibile da vendere ed è costretto a trovare un altro modo per sopravvivere. È solo l'inizio del durissimo corpo a corpo fra uno degli ultimi artisti viventi e una realtà che non ammette occupazioni e talenti considerati inutili. In quest’opera il romanziere che abbiamo conosciuto come cantore delle meraviglie della scienza intuisce come un’economia e una politica che idolatrano la tecnologia possano creare drammatiche storture, a discapito in primo luogo della cultura. Ritenuto troppo pessimista e inverosimile dall’agente letterario di Verne, il romanzo fu ritrovato in una cassaforte oltre cento anni dopo la sua stesura. La sua lettura offre una comprensione rinnovata dell’uomo e dello scrittore Verne, capace come sempre di stupirci con un romanzo avvincente, in cui però il grandioso si tinge dell’umorismo più cupo.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2023
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Fabio Baroni 02 dicembre 2025Riflessivo ed inaspettato
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Effe 06 ottobre 2025Poco noto, eppure...
... eppure uno dei più bei libri di Verne, perché inaspettato, strano, così diverso dai classici noti.
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PT 13 luglio 2025Non solo fantascienza
Jules Verne è sottovalutato. I suoi libri mi affascinavano da bambino perchè cercavo di immedesimarmi in quelle situazioni fantastiche. Tuttavia c'era sempre un sottofondo di verità. Molte delle apparecchiature citate nei libri esistevano o sarebbero esistite. Questo libro è un'inquietante prospezione di quello che sarebbe potuto diventare il mondo nel XX secolo. Ed in parte Verne ci azzecca!
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