Pasolini: «l’ergastolo della mia vocazione». Gli esordi giovanili tra Giacinto Spagnoletti e la Puglia
Amato, osannato, dileggiato, incompreso, copiato, Pier Paolo Pasolini è una figura centrale nell’Italia nel secondo Novecento. In un quarto di secolo, quanto è durata la sua vita pubblica, ha creato una quantità incredibile di “prodotto culturale” e ha provocato un perenne dibattito e tanti interrogativi che sono destinati a riproporsi continuamente. Alimentati anche dalla tragica fine e dai dubbi che ha lasciato irrisolti. Il nostro intento, nell’occuparci di Pasolini, è preciso e circoscritto, ed è semplicemente quello di sottolineare l’importanza che, nella sua formazione, hanno avuto alcuni incontri con persone e luoghi che meritano di essere meglio precisati di quanto non lo siano stati finora. E di farlo seguendo, soprattutto, il filo molto solido che lega gli esordi di Pasolini, e alcuni dei suoi momenti creativi più importanti, con il Sud, e in particolare con la Puglia e con Taranto, specificamente con alcuni personaggi che resteranno costantemente presenti nella sua attività e nella sua vita.
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Anno edizione:2024
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