Anni, dal 1973 al 1980, anni difficili, gli anni in cui una generazione intera ha desiderato, ricercato, concepito, toccato con mano, la speranza di un mondo migliore, un mondo piu' equo con meno differenze... eppure in quella "corsa", verso un mondo migliore, alcuni dei ragazzi si sono perduti ed hanno smarrito forse il senso del sogno, della speranza; hanno trasformato il sogno in utopia ed hanno perso (e fatto perdere) quasi tutte le battaglie... Il Sud, la Campania, le prime lotte, i primi amori, il sesso e la musica, la politica, la passione e la corruzione, l’11 settembre del ’73, l’autostop, Londra, la camorra, la morte. Il ‘77 e la lotta armata, la fine di un sogno, la sconfitta e la vittoria…ma di chi? “Il passato davanti a noi”, titolo del romanzo, ha un preciso significato. Non c’è un epilogo per le vite dei personaggi. Quel passato non è stato inutile, il suo insegnamento non si è interrotto nei decenni a seguire. “Quell’aria di fraternità, di collettivo, vi si stampò nel corpo come una cicatrice…Perché, tutto sommato, non si è risolto solo in un grande fallimento quello scompiglio di riunioni, scioperi, cortei, quella frittata di idee, di scoperte e di entusiasmi, di sogni e incubi mescolati insieme”. Secondo Arpaia, e lo credo ance io, da uomo normale, da fruitore della vita qualunque, quelle lotte, quella stagione ha reso l’Italia un paese più civile e moderno, hanno instillato nelle nuove generazioni una diversa etica collettiva, una consapevolezza dei diritti, una necessità di giustizia che –anche dopo le sconfitte- sono rimasti come dei semi fecondi di cambiamento. Hanno fornito una prospettiva che, seppure sommersa, e’ ancora viva e un giorno riemergerà.
Il passato davanti a noi
"Un grande romanzo corale che guarda senza reticenze alla storia degli anni Settanta, andando oltre le facili schematizzazioni." - La Repubblica
Forse le passioni di un’epoca non possono essere raccontate a un’altra. Eppure la voce che narra questa storia di ragazzi e ragazze che crescono negli anni Settanta in un paesino del Sud ha il timbro forte e consapevole di chi non può più tacere. È una nitida voce corale, quella di Alberto Malinconico, di Angelo Malecore e dei loro amici. Per loro, il punto di svolta è l’11 settembre 1973, quando il telegiornale trasmette le immagini del golpe in Cile. Come si fa a non esserne colpiti? Così, in quella stagione di lotte operaie, di austerità, di battaglie per la legge sul divorzio, tra le prime ragazze e le bravate, matura la coscienza politica e la voglia di cambiare. E sono i volantini, i cortei, le interminabili discussioni in sezione, i concerti rock, i viaggi in autostop a Londra, il vento del femminismo, la liberazione sessuale. Finché la lotta armata e la repressione dello Stato non chiudono bruscamente il futuro verso il quale quei ragazzi credevano che la Storia li sospingesse.-
Autore:
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Edizione:3
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Anno edizione:2019
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BrunoFx 10 maggio 2022La nascita di una prospettiva
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PAOLO LUTRICUSO 17 ottobre 2006
E' la storia di un gruppo di giovani della provincia napoletana degli anni '70 e dei loro sogni, delle loro speranze, della lora amicizia. Sullo sfondo la Napoli delle periferie, della camorra, della devastazione del territorio; ma anche la Napoli delle lotte operaie, del riscatto sociale, della speranza del cambiamento. Il tutto narrato con parole semplici ed appassionate.
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