Il pasto del leone - Ettore Barulli - copertina
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Il pasto del leone
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Descrizione


Dall'autore de "L'anello delle meraviglie", un nuovo romanzo. "Sul viso aveva una ferita, sensuale. Perché dico ferita? Erano le sue labbra, la sua bocca ma era troppo rossa, sanguigna". Così inizia questa strana storia in cui la conquista, il dominio, il potere, i traffici più abbietti e il sorgere di un anacronistico gruppo politico, sono al centro dell'attenzione di alcuni Servizi Segreti europei. La difesa d'ufficio di un contrabbandiere albanese coinvolgerà un avvocato in una trama estremamente complessa che lo porterà al centro di un intrigo internazionale - all'ombra di eventi storici - che avrà per teatro Vienna, Ankara e, soprattutto, Bari. Prima di afferrare il reale significato delle vicende in cui precipiterà vorticosamente, il protagonista si confronterà con dubbi e sospetti, fino a che verrà affiancato da una sorta di angelo custode che lo sosterrà in avvenimenti ricchi di suspense e una narrazione adrenalinica.

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Libreria Bortoloso
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Dettagli

13 giugno 2020
136 p., Brossura
9788868924379

Valutazioni e recensioni

  • DarioZizzo72
    Un buon pasto letterario.

    Il romanzo di Ettore Barulli, “Il pasto del leone”, si apre con un incipit di grande bellezza: “Sul viso aveva una ferita, sensuale. Perché dico ferita? Erano le sue labbra, la sua bocca, ma era troppo rossa, sanguigna. Il treno lanciò il fischio di partenza. Lei sedeva sul divano dello scompartimento di I classe, composta, con la borsa sulle ginocchia con ancora il suo basco rosso in testa, gli occhi smarriti ed un pallore che contrastava col colore scarlatto delle labbra e del basco. Le sedetti di fronte e la osservai. Viso ovale, sopracciglia appena folte ed interessanti, castane come i capelli, gli occhi di colore tendente al verde. Era bella senza essere invadente, attraente ma discreta. Anche il vestito lo era. Pantaloni neri, maglioncino beige e camicetta azzurra”, si apre col protagonista, Alberto Brandi, penalista, su un treno, con un biglietto per Vienna che per un poco ricorda poco e niente di sé, e che per aver difeso un albanese resterà invischiato in un intrigo internazionale tra Vienna, Ankara e Bari di cui l’autore, indigeno con la passione dei viaggi, riesce a far vedere i colori, portandoci fin dentro le viscere; è un giro sull’ottovolante, questo thriller, che coinvolge il lettore in una pazza, febbrile corsa verso il suo epilogo, per nulla scontato, un thriller un po’ visionario anche, quando il protagonista si ritrova a parlare con un leone particolare per esempio, che condanna la natura umana. Ciò che mi ha particolarmente attratto, in questo libro, è il fatto che un uomo comune si ritrovi in una situazione innaturale per lui, in un mondo sconosciuto, con alle calcagna tipi non proprio raccomandabili, adusi a ogni sorta di efferatezze, si ritrova a essere un pesciolino in un acquario tra squali.

  • Coinvolgente fino all'ultima riga proprio come il precedente romanzo.

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