Un'altra inchiesta di Maigret in cui la profonda volontà del commissario di "comprendere senza giudicare", emerge con tale evidenza da non lasciare dubbi circa le intenzioni dell'autore. L'ultima parte del romanzo, dopo il ritorno di Maigret da Tolone, con la domenica trascorsa dal protagonista in compagnia della moglie, e con l'interrogatorio di Angele Louette, è di straordinaria verità umana. Ancora un altro romanzo sulla pietà di Maigret, riparte da una situazione simile a quella del romanzo 'Cecilie è morta'. Sono storie sul senso di colpa di Maigret per non aver preso sul serio delle vecchie matte. Credo che qui Simenon. ormai vecchio, stia facendo pace con i suoi fantasmi, specie quello della madre, comincia a capirla, a perdonarla, come Maigret assolve la povera sciabola coinvolta nella brutta storia.
La pazza di Maigret
Una pazza, una mitomane: nessuno al Quai sembra avere dubbi. La compunta, esile vecchietta in abito grigio, cappello e guanti bianchi, che vuole ad ogni costo essere ricevuta da Maigret - perché solo lui può aiutarla: questione di vita o di morte -, deve avere qualche rotella fuori posto. Oltretutto la storia che Léontine racconta a uno sconcertato Lapointe è quanto meno bizzarra, anche per chi ne ha viste di tutti i colori. Pare che da un po' di tempo nel suo appartamento di quai de la Mégisserie, dove vive sola dopo la scomparsa del secondo marito, gli oggetti cambino posto, e che qualcuno la segua. Fantasie, è chiaro: la vecchiaia e la solitudine giocano brutti scherzi. Eppure, quando una sera la "vecchia pazza" - come la chiamano al Quai - lo abborda per strada, Maigret è assalito dai dubbi: quella donna sprigiona una straordinaria energia e i suoi occhi esprimono bontà, e una sorta di meravigliato, seducente candore. Che la sua strampalata storia sia vera? I dubbi di Maigret si tramutano in certezza allorché Léontine viene crudelmente assassinata: qualcuno l'ha soffocata con un tessuto rosso, di cui le sono rimasti in bocca dei fili. Un delitto inspiegabile, incomprensibile. Léontine aveva pochi gioielli, e teneva in casa una modesta somma di denaro. Cosa cercava, allora, l'assassino? Per quanto incredibile possa sembrare, è evidente che l'appartamento affacciato sulla Senna cela un segreto, un segreto tanto tremendo da giustificare il sacrificio di un essere umano.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2011
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Formato:Tascabile
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Renzo Montagnoli 29 settembre 2012
C’è una vecchina, minuta come uno scricciolo, che si aggira intorno al Quai des Orfèvres; guarda, sembra che abbia paura a entrare, ma poi si decide e chiede al piantone del Commissario Maigret. Dice che ha una comunicazione della massima importanza. La prendono per una un po’ giù di testa, per un mitomane e non acconsentono alla sua richiesta. Tuttavia, un giorno, Maigret, che era stato informato di questa strana visitatrice, s’imbatte in lei all’uscita del lavoro e questa, calma e decisa, gli comunica che da un po’ di tempo, quando ritorna a casa, trova degli oggetti spostati. E abita sola, e non ha né cane né gatto. Il commissario è indeciso, è ancora in buona parte convinto di avere di fronte una mitomane, ma gli occhi grigi e dolci contrastano con questa ipotesi. Sì, passerà a fare una visita, le dice, passerà domani. Ma il giorno dopo viene rinvenuta cadavere, morta per soffocamento, nel suo appartamento. Maigret quasi si sente in colpa e visitando il luogo del delitto vede l’ambiente di una persona sola, due volte vedova, ordinata, pulita e che attendeva l’arriva dell’ultimo tramonto. Per quanto manchino indizi, il commissario s’impegna allo spasimo, conosce i pochi parenti, una nipote mascolina e decisamente brutta, pure lei sola e che paga gli uomini per un po’ di convivenza, il figlio che lei ha avuto senza contrarre matrimonio, un ragazzo un po’ hippy, ma che, a dispetto delle apparenze, è una brava persona, innamorato solo della sua musica e della sua chitarra; conosce pure il Lungo, l’attuale compagno della nipote, già noto alla polizia per essere un balordo, un magnaccia, un malavitoso di terz’ordine. Le indagini si svolgono fra Parigi e Tolone, città in cui Maigret s’incontrerà con un noto gangster, ormai a riposo, da cui scoprirà la verità. Romanzo di solitudini, che stridono come le corde di un violino sotto un archetto eccessivamente premuto, fatte però di drammi silenziosi, di passi perduti, di ore sempre uguali, La pazza di Maigret ci mostra ancor di più il volto umano del commissario, la sua capacità di mettersi nei panni degli altri, di assumere in sé dolori mai leniti. La lettura è quindi senz’altro consigliata.
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