Bello questo romanzo. Breve, poco più di cento pagine. Intenso però. Ogni pagina una emozione. Me l'ha consigliato un'amica. Mi ha detto "leggilo, poi mi dirai. Ti prende tutto : testa cuore pancia." Ho pensato " la solita esagerata". Invece no. Testa cuore pancia. E voglia di continuare a leggere, per vedere come va a finire. L'ho letto in una notte. E quando ho terminato erano le quattro del mattino. E gli occhi rossi. Ma davvero ti succhia un po' l'anima. E Nicol ti rimane dentro. Chiudi il libro e guardi la copertina. Allora la comprendi. Quella ragazza vista di spalle. I colzoncini. Lo zainetto. E quei capelli rossi. Lunghi. Tanti. E' rivolta verso il mare.Sola, in mezzo agli ombrelloni chiusi. E ho pensato " chissà cosa sta guardando lei. Lei che vede cose che nessunaltro vede. Sì, anche a me piacerebbe vederne realizzato un film. Teneramente violento. Che ti strapazzi un po' il cuore mentre lo guardi, così come succede quando lo leggi. Bello. Niente da dire.
"Camminava, i piedi chiusi dentro le sue All Star nere, i jeans di un bell'azzurro scolorito nei punti strategici, la magliettina che per i troppi lavaggi tirava un po' sul seno ampio. Lei era così: quando una cosa le piaceva la portava fino a consumarla. Era così in tutto, con tutto e tutti: consumava, bruciava con la sua intensità. Se stessa e chi le stava vicino."
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Anno edizione:2012
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GIADA BRINTAZZOLI 20 ottobre 2012
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Qualcuno ha detto che non si può RIconoscere ciò che ci è sconosciuto. E Nicole quando la incontri, la riconosci. Nicole... chi è? cos'è? dov'è? Nicole è un pezzetto di ognuna di noi... è una sensazione che ognuno di noi ha provato prima o poi nella vita, è un luogo dove tutti siamo stati un giorno o l'altro........ la sua storia ti prende di pancia... e il motivo è proprio perchè certe sensazioni, certe dinamiche scopri di averle sentite sulla tua pelle... e le riconosci in lei perchè sai di averle provate........ nicole è una vita ed una preghiera alla vita... una preghiera continua, un tentativo continuo. Ad ogni caduta segue un timido, ma temerario tentativo di rialzarsi in piedi, finchè......... no, non correte all'ultima pagina... vivete nicole, capite la, assorbitela, e solo dopo averla toccata con mano, riuscirete a vedere la sua sete di vita, quella che abbiamo tutti, anche di fronte all'orrore che certe volte ci mangia la terra sotto i piedi. Davvero un bellissimo libro. Da leggere casomai con qualche clinex a portata di mano......
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NATASCIA CIPRIANO 13 ottobre 2012
LA PEGGIO ETÀ MARIA PIA POSSANZINI SBC EDIZIONI (2012) No, perché poi una si mette lì e dice: ma allora dillo che volevi strapparmi via tutto quello che avevo dentro. Fai pure se ci tieni! Tanto ormai… Non mi è rimasto granché. Che da tempo non piangevo davanti a un libro. Che io non piango mai. Bastava dirlo. Così una si organizza prima. Ecco, non è tanto per l’autrice (per chi non la conoscesse ancora si segnasse il nome, che non si sa mai che ci riprovi a risucchiare l’anima a qualcuno – che poi non mi dite che non vi avevo avvertito); quanto per la protagonista: Nicol. Questa ragazza, che per definirla non ce l’ha fatta una vita, non ce l’ha fatta un libro, figuriamoci la pseudo recensione di una lettrice qualunque in uno spazio infimo come questo, non è possibile arginarla tanto è sconfinata. Così mi son detta, non ci provo neanche. È inutile cercare di spiegare cos’è Nicol. Posso accennarvi a proposito di ciò che Nicol non è – e badate che parlo non a caso al presente perché non sapresti ambientarla in un’epoca precisa la sua storia, di un tempo lontano? di un tempo piccolo, di un tempo che cresce in fretta, come il numero delle pagine nell’arco della stessa giornata, un tempo ancora e sempre attuale. Un’unica giornata. Perché mica riesci ad aspettare di sapere come va a finire. E viene fuori che Nicol non è fasulla. Nicol esiste, anche se non lo sa. Nicol ci prova, Nicol fa del suo meglio. E così, per citare l’autrice (che me la immagino quanto prima costretta a dover cedere il passo al suo libro come l’ingenuo dottor Frankenstein di fronte all’intelligenza, alla salute perfetta e all’immortalità della sua creatura avulsa e disinibita), “quando la sensibilità è esasperata e la fantasia l’unico rifugio possibile, la realtà diventa un luogo che non ci appartiene più. Un luogo non luogo dove ci si sente sempre più fuori posto, sempre più precari e di passaggio.” E in quel “mamma, perdonami”, nodo centrale attorno al quale gira forse tutta la storia, nodo alla gola attorno al quale gira forse tutta Nicol, avrei voluto morirci. Mentre di risate morivo nel frattempo per l’immancabile ironia dello stile narrativo. Ho conosciuto qualcuno che sa scrivere. Questo lo posso dire. E a chi l’ha definito un libro “cinematografico”, con tutto il rispetto e la motivazione che merita (che non mi può non trovare d’accordo per carità), lancio tuttavia la sfida di provarci. Di arrivare alla catarsi della parola scritta dell’autrice. Della sua, più rara che unica, verità. Da farci un film insomma, a esserne capaci. Un capolavoro.
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