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La meravigliosa silloge "Pensieri elementari" di Furio Morucci è una raccolta di componimenti poetici musicali, diretti e apparentemente semplici, che trasmettono importanti e profondi messaggi. Leggendo i versi di Morucci viene spontaneo il parallelo con le filastrocche di Gianni Rodari per le ripetizioni, le rime, i giochi di parole, le onomatopee, le citazioni e la semplicità del lessico scelto. Alcune delle poesie sono dedicate alla fanciullezza e spronano a ritrovare il proprio bambino interiore, con un lessico familiare che richiama la poetica del "Fanciullino" e la "Poesia delle piccole cose" di Pascoli. A sottolineare anche visivamente l'importanza di tornare bambini, in copertina, è presente un ritratto dell'autore da piccolo, realizzato da un artista macchiaiolo. Nella poesia "Televisione" il poeta sottolinea, come ha fatto Karl Popper nel fondamentale saggio pedagogico "Cattiva maestra televisione", che i programmi TV tolgono tempo ai momenti di condivisione familiare e non veicolano messaggi educativi, ma "verità" incentrate su vanità e dissolutezza. Anche i social concorrono all'annichilimento della società, uniformandosi alla fretta e alla velocità sempre più incalzanti che caratterizzano il mondo moderno, scandito da "millisecondi", in cui non c'è più tempo per coltivare se stessi, le relazioni e le passioni. L'autore invita a fermarsi, ad "ascoltare il silenzio", a viaggiare tra le stanze dei propri ricordi, a ritrovare se stessi. La raccolta si conclude con l'importante componimento di ampio respiro "Il mondo che vorremmo" in cui il poeta esorta a tirare il freno e smettere di accelerare, riprendendo invece a sognare, atto che richiede enorme coraggio, e che permette di disegnare un mondo diverso e far sì che le cose possano cambiare e si viva in una Terra sana, in cui regna la pace e sia garantita la libertà di ogni individuo. Consiglio questa silloge a tutti perché sa parlare al cuore ed emozionare profondamente.
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