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Il pentagramma del diavolo. Perché la burocrazia è un alibi perfetto? - Luciano Hinna,Mauro Marcantoni,Francesco Dall'Olio - copertina
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Il pentagramma del diavolo. Perché la burocrazia è un alibi perfetto?
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Se non si risolve il nodo cruciale della burocrazia il Paese non riparte. E purtroppo la burocrazia è un alibi perfetto per tutti. Questo saggio si pone l'arduo obiettivo di smontare l'alibi perfetto, tentando di suggerire anche qualche possibile via d'uscita. Se nella prima parte il "Pentagramma del diavolo" prende in considerazione gli alibi delle cinque aree critiche trattate (politica, magistratura, amministrazione, tecnologia e società), nella seconda propone al lettore elementi di riflessione su come, realisticamente, si possano finalmente immettere nelle Pubbliche Amministrazioni italiane enzimi di reale cambiamento. Un cambiamento che ha bisogno di un approccio innovativo che sappia intervenire sul binomio organizzazione-formazione, agendo con logiche di sistema e ad un tempo con approcci puntuali. Presentazione di Filippo Patroni Griffi.
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Dettagli

2020
26 ottobre 2020
Libro universitario
Brossura
9788835108535
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Indice

Indice
Filippo Patroni Griffi, Introduzione
Roberto Bertolini, Giorgio Postal, Presentazione
Nota degli autori
(Il contesto; Gli autori e il taglio delle riflessioni; I promotori; La scelta del titolo; La struttura del volume; L'augurio)
Parte I. La sindrome dei 5 anelli
La palude delle norme
(Il legislatore non sa fare il legislatore; Troppe leggi alla "deriva"; I costi delle approssimazioni normative; L'organizzazione non si fa con le norme; Dall'innovazione per norma all'innovazione per esigenza; Andiamo oltre l'armiamoci e partite)
Troppi arbitri a fondo campo
(Conciliare e non contrapporre legalità e risultato; Corte dei Conti, insistere sui controlli collaborativi; Le grandi domande dell'amministrazione giudiziaria; Quante volte dobbiamo ripetere un'autopsia? Le aree di intersezione; La magistratura fiscale)
Una burocrazia in affanno
(I servizi in scatola di montaggio; L'incompiuta transizione dai compiti ai risultati e l'incapacità di programmare; Innovare il modello organizzativo; Evitare la fuga dalle responsabilità; Il nodo critico delle risorse umane; Gestire e non solo amministrare)
La Pubblica Amministrazione impermeabile all'innovazione
(La burocrazia vince perché manca innovazione; Utilizzare meglio i dati della Pubblica Amministrazione; Un piano industriale per la Pubblica Amministrazione; L'importanza della blockchain; La spinta generativa della formazione)
Da suddito a co-attore: il nuovo ruolo della società
(Se è lo Stato a non fidarsi; Dalla colpa alla vergogna; Il valore del capitale sociale; Senza empatia le riforme rimangono al palo; Il bene pubblico come dovere individuale)
Parte II. Scacco all'alibi
Smascheriamo il colpevole
(Verso una nuova cultura; Sburocratizzare in 5 mosse; La nuova mission della Pubblica Amministrazione; L'efficacia è nei comportamenti; Smart working, opportunità per riorganizzare e ammodernare il lavoro pubblico)
Dalla legalità formale alla legalità generativa
(La responsabilità come agente di innovazione; La sfida del coinvolgimento attivo; Il giunto elastico tra azione politica e azione amministrativa; Tutto è permesso tranne ciò che è vietato)
Per essere normali non serve l'emergenza
(L'emergenza è la "normalità" mal riuscita; Il rischio come fisiologia del fare; Dal riconoscimento degli errori l'impulso a migliorare; Gestire il rischio per crescere)
Conclusioni. Il martello e il punteruolo
Paola Borz, Giuseppe Ferrandi, Postfazione.

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