Per un comunismo della cura
Il libro tenta di ripensare la tradizione comunista partendo dall’esperienza, per tanti aspetti nuova, di dieci anni di impegno dell’autore e della sua associazione con i migranti della cosiddetta «Rotta balcanica». Il rapporto di cura, inteso nella sua forma più ampia e radicale di ricerca di sé nell’altro e dell’altro in sé, appare come il passaggio esperienziale per la costruzione «dal basso» di forme comunitarie. Nei migranti si incontrano i discendenti di secoli di violenza coloniale e gli annunciatori della catastrofe prossima ventura prodotta dal capitalismo con la crisi ambientale che devasta oggi soprattutto i loro paesi, dall’Africa a tutto il Sud asiatico. A partire da questo incontro quotidiano nella piazza davanti alla stazione di Trieste, può sorgere la costruzione di forme alternative di vita sociale, in grado di coinvolgere soprattutto i «cittadini». In molti, infatti, vengono ad aiutare chi si impegna con i migranti, aprendosi al tentativo di costruire in tutto il paese, ma anche fuori, reti di resistenza al disastro della società vigente, basata sull’indifferenza nei confronti della distruzione della vita messa in atto dalla civiltà del denaro.
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Anno edizione:2025
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In commercio dal:14 febbraio 2025
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