“You’re worth reaching into the dark for.” Per il trono è il secondo libro della dilogia partita con Per il lupo. Nel primo avevamo seguito maggiormente il punto di vista di Red, in una specie di retelling di cappucetto rosso. Qui invece il focus principale è su Neve che ha finalmente il suo momento per brillare. “I kill my own monsters.” Cominciamo il nostro viaggio con Neve che si risveglia nelle terre dell’ombra a seguito degli eventi del precedente libro. La ragazza non è però sola, Solmir è al suo fianco! Il re caduto dichiara di avere interessi comuni ai suoi e siccome sembra essere l’unico in grado di aiutarla a controllare la magia selvaggia che scorre nelle sue vene, Neve non ha altra scelta se non quella di imbarcarsi con lui in un viaggio alla ricerca dell’albero del cuore tentando di sconfiggere gli antichi dei. Ho apprezzato molto il personaggio di Neve, a differenza delle classiche protagoniste che possono permettersi di lanciarsi impulsivamente in azione, Neve è stata cresciuta per essere una regina, composta e razionale, controllata ma al tempo stesso più sensibile e percettiva. Punto negativo del libro: troppi salti tra punti di vista non richiesti Punto positivo: l’evoluzione del rapporto tra Solmir e Neve “What changed my mind is that I realized I couldn’t kill you. Not even to save the f* world.” La parte migliore della storia è proprio seguire il viaggio interiore di questi due. Neve è ancora ferita dal suo tradimento, per averlo ingannati ma soprattutto per averle fatto credere che forse forse lui era tra le poche persone che teneva veramente a lei. Fin dalla prima pagina Solmir cercherà di riguadagnarsi la sua fiducia… ma puó veramente essere cambiato? O la magia d’ombra consumerà prima quello che resta della sua anima?
