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Perché dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa, l'etica - Marcello Pera - copertina
Perché dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa, l'etica - Marcello Pera - copertina
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Perché dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa, l'etica
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Perché dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa, l'etica - Marcello Pera - copertina
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Descrizione


"Perché dovremmo dirci cristiani? Oggi siamo liberali, e perciò non c'è bisogno di rivolgersi al cristianesimo per giustificare i nostri diritti e libertà fondamentali. Siamo laici, e perciò possiamo considerare le fedi religiose come credenze private. Siamo moderni, e perciò crediamo che l'uomo debba farsi da sé, senza bisogno di guide che non derivino dalla sua propria ragione. Siamo figli della scienza, e perciò ci basta il sapere positivo, provato e dimostrato. In Europa stiamo per unificarci, e dunque dobbiamo evitare di dividerci menzionando il cristianesimo fra le radici dell'identità europea. In casa nostra stiamo integrando milioni di islamici, e dunque non possiamo chiedere conversioni di massa al cristianesimo. Dentro le nostre società occidentali stiamo attraversando la fase della massima espansione dei diritti, e dunque non possiamo consentire che la Chiesa interferisca e ne ostacoli il godimento. E così via. Questo libro intende rifiutare tutti questi perciò e dunque. Non c'è dubbio che siano diffusi: li leggiamo sui libri e sui giornali, li sentiamo alla televisione e nelle aule universitarie, li ascoltiamo dalla voce di tanti intellettuali, li vediamo all'opera nell'azione di tanti politici. Ci bombarda da così tante parti, questa negazione della religione, in particolare questa apostasia del cristianesimo, che c'è solo da meravigliarsi che qualcuno ancora si opponga." Il volume è introdotto da una lettera inviata all'autore da papa Benedetto XVI.
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Dettagli

2008
25 novembre 2008
196 p., Rilegato
9788804588313

Valutazioni e recensioni

MASSIMO CASTELLI
Recensioni: 1/5

Ormai divenuto uno dei più influenti camerieri della corte pontificia, il professor Marcello Pera da qualche tempo non perde l'occasione di darci prova della sua fedeltà da guardia svizzera. Pera ci sta avvisando dell'imminente catastrofe che produrrà il laicismo condito di relativismo che ormai ha infettato il nostro continente. Convinto di questa tesi apocalittica propone il rimedio per evitare una simile sciagura culturale, tornare all'ovile di trastevere. Ma non c'è già un papa che dice le stesse identiche cose?? Marcello Pera, in un intervista televisiva, dice poi che là dove l'Europa è diventata "pagana" (?) sono nati Mussolini e Hitler con le conseguenze che ben conosciamo. Non posso credere che il professore ignori le radici pagane della nostra anima culturale (radici ben più lunghe di quelle cristiane). Ma credo che tutta questa acidità di stomaco nei confronti di tutto quello che è civile e non in tonaca da prete e annessi, sia da far risalire alla volontà dell'unione europea di non far comparire nel testo costituzionale riferimenti religiosi, dunque anche cristiani. Il nostro non è, e non è mai stato, in nessun tempo della sua lunga vicenda storica, un continente monoreligioso come all'apparenza potrebbe sembrare. Certo il cristianesimo fa parte integrante della nostra cultura, nessuno lo nega, ma non dobbiamo cadere nella trappola integralista che tutte le religioni monoteiste prima o poi propongono specialmente nei periodi difficili, dove sciogliere i cani diventa facile. Io non vedo tutti questi pericoli per la nostra identità, che rimane figlia di tante eperienze, anche perchè siamo più forti di quello che noi stessi pensiamo. Non vorremmo paragonarci a certi paesi dove le donne vivono segregate, oppure dove gli omosessuali sono incarcerati o condannati a morte, o dove vige la religione di Stato?....forse quei paesi dimostrano un'identità forte?.....non sono di questo avviso. Il laicismo che Pera vede forse anche nella sua camera da letto io non lo sento davvero, figuriamoci in Italia!! dove il papa tutte le Domeniche ha una bella diretta televisiva sul primo canale pubblico! dove ogni intervento del cardinale Pinco o del Vescovo Pallino ha un'impatto sulla vita politica simile a un meteorite gigante, tanto da bloccare decreti e leggi sui diritti dei cittadinni. Passando al relativismo lo trovo uno dei più grandi approdi del sapere umano (che come tale è consapevole di non essere perfetto), un pensiero che ci può salvare da tante sciocchezze. No professor Pera, ci possiamo certo dire cristiani, ma ci lasci liberi di essere Europei.

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