Perché non è già tutto scomparso?
"Perché esiste qualcosa anziché niente?": era questa per Leibniz una delle domande a cui la metafisica era tenuta a rispondere. Ma per Baudrillard la questione è, se possibile, ancor più complicata. Ultimato nel gennaio del 2007, pochi mesi prima di morire, in questo libro l'autore de "Le strategie fatali" abbatteva il suo scandaglio sulla più notevole delle opere umane: l'autoeliminazione. Perché ci diamo tanto da fare in questo smaccato harakiri? Perché distruggere noi stessi in maniera così scientifica e impegnata? E soprattutto, la vera domanda: perché, nonostante tutti i nostri sforzi, nonostante la buona volontà e la meccanica, indomabile insistenza, continuiamo a fallire nell'intento? Domande cui un patafisico non può esimersi dal rispondere, perché forse, a nostra insaputa, questo accanimento su noi stessi può essere, chissà, la più grande opera d'arte mai creata, la più estrema mai concepita da qualunque specie vivente di qualunque pianeta. E da questo, finalmente, potremo ricavare ciò che meritiamo: un briciolo di velleitaria autostima.
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Anno edizione:2013
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