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Ho letto questa opera per farmi una idea generale sulla storia della formazione, argomento che mi interessa ma conosco poco. Il libro tratta (ma non in questo ordine, che mi pare più logico e ordinato) di: storia dell'educazione, storia della pedagogia, storia della didattica, storia della scuola italiana, comparazione fra i sistemi di istruzione pubblica nazionali, letteratura per l'infanzia. Ho trovato il contenuto abbastanza interessante e sono rimasto sorpreso, piacevolmente, dal capitolo sulla letteratura per l'infanzia. Sorpreso, meno piacevolmente, che tra tanti discorsi sull'educazione non ve ne sia uno solo sull' "educere", sul condurre fuori il meglio che c'è nelle persone o nel suscitare la passione per l'apprendimento, ma che tutti siano centrati sulla trasmissione di saperi e criteri di condotta socialmente accettabili. Deluso, un poco, dalla estrema stringatezza con cui sono trattati la maggior parte degli argomenti. Deluso, molto, da alcune scelte nell'ambito degli argomenti trattati (es.: a che pro mi racconti che la didattica degli antichi sumeri prevedeva di punire gli studenti usando il bastone e invece quella degli antichi egizi usando la frusta se poi non mi fornisci neanche una minima descrizione dei principali metodi didattici moderni?) e dall'aver completamente ignorato la formazione per gli adulti (non è contraddittorio argomentare la necessità di una formazione continua e poi "dimenticarsi" di trattare la formazione per gli adulti?). Inaccettabile, infine, che nel 2009 (anno di edizione del libro) le fonti siano solo quelle bibliografiche, che vengano totalmente ignorati i siti, persino quelli degli enti governativi o sovranazionali, es. Unesco, Ocse, ... che pure vengono citati e come fonti autorevoli e fondamentali.
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