Il piano Juncker per l'Europa in crisi. Verso industria 4.0 e crescita verde?
Le controversie tra i paesi europei in materia di immigrazione, di sicurezza e di gestione delle questioni esterne, assieme ai crescenti fenomeni di disaffezione verso Bruxelles, rischiano di mettere in discussione l'intera costruzione europea. Pur in questo contesto difficile, è però vero che una economia più solida di quella attuale, capace di ritrovare quelle condizioni di benessere ed equità, che sono state a suo tempo le condizioni di successo della EU, è una circostanza essenziale per la costruzione della nuova architettura europea, che appare oggi sempre più necessaria. L'economia europea da molto tempo soffre di una quasi stagnazione da cui non riesce ad uscire. L'Europa, nel 2015, ha reagito a questa situazione decidendo di avviare il cosiddetto Piano Juncker, che prevede investimenti per un totale di 315 miliardi e nasce dall'idea di fronteggiare la forte caduta degli investimenti che si è verificata negli anni della crisi. È difficile stimare se gli effetti del Piano sull'economia EU saranno quelli previsti, nei tempi stabiliti. Soprattutto alla luce degli avvenimenti successivi, è la stessa dimensione del Piano ad apparire insufficiente.
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Anno edizione:2016
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