Piccoli poemi astratti. I Cahiers come progetto filosofico
Tutte le mattine, all'alba, per più di cinquant'anni, un uomo scrive, cercando nella scrittura del primo risveglio un modo per non avere norme, né volto. Editi postumi, i frammenti di testo che ne risultano, intermittenti come la redazione che li produce, tentano la via dell'astrazione attraverso un lavoro sulla prosa, sulla forma, sulla materia del liguaggio. Ne risulta un"antifilosofia" condotta riducendo a paradosso, in primo luogo, i codici affabulatori della letteratura. Uno sguardo sulla tradizione speculativa, che ricorda a colui che pensa che le idee non sono se non nel momento in cui divengono vocabolario e stile, e che il concetto necessariamente passa per la prima. Nonostante il suo pensiero sia stato accostato a quello di Nietzsche o di Wittgenstein, la critica della filosofia che Valery sviluppa viene qui ricondotta a quell'insofferenza per la "metafisica" che ha segnato buona parte del pensiero novecentesco, interpretando al contempo la strategia di scrittura dei Cahiers come la pars construens della diffidenza ostentata dal loro autore nei confronti della disciplina.
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Anno edizione:2010
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