“Scrivo seduto su una carrozzella; mi sono fratturato il bacino a Sestri Levante, cadendo dal muretto che chiude la spiaggia del Mar Pic¬colo, e la separa dalla strada del passeggio. Il medico del Pronto soccorso è un omone di mezza età; mi dà un’occhiata, prende modulo e penna, dice: “Cognome nome indirizzo”. Glieli do. Chiede scrivendo: “Che cosa le è successo?” “Sono caduto scavalcando un muretto.” Prende nota; domanda: “Età?” “Ottanta.” Esita. Depone la penna, si volta, mi guarda: “Scusi” dice cauto “ma alla sua età si scavalcano i muretti?” No, cioè sì; cioè ancora dipende dal muretto, e anche da quello che si pensa di poter fare. Fossi stato in dubbio, non l’avrei fatto; e invece ero certo di farcela. Tu guarda come si sbaglia nella vita.” Non riesco a non citare, per questo libro, almeno l’incipit. Righe dentro le quali ritrovo tutto quel Mino Milani che mi tiene compagnia da decenni: concreto, simpatico, indomito, avventuroso, capace di dire con un sorriso verità e vita. “Piccolo destino” è un’autobiografia che fin dai primi capitoli ti spaventa, quasi, per la disponibilità di sé che l’autore spande a piene mani, raccontando non solo di sé, ma anche dei suoi sogni, dei suoi pensieri più profondi, dei suoi amori e dei suoi errori (“un’antologia di sbagli”, scrive lui). È generoso, l’autore, di sé, della sua vita, della sua scrittura, che non esita mai: è netta, sicura, concreta. Nelle giravolte di una lunga vita, che è anche la vita del Paese in cui ha vissuto, si è portati a ragionare con lui di amore, di morte, di libri, di baci e di guerra. Generoso ma non dissipatore: piano piano si intuisce che, dietro quelle pagine così schiette e aperte, molto è ancora nascosto e non detto, a volte solo suggerito, a volte elegantemente taciuto. Fa desiderare che le pagine continuino ancora e ancora. “Piccolo destino”, piccolo gioiello di un grande scrittore.
Piccolo destino
Un piccolo destino che l'arte di grande scrittore ha trasformato nel romanzo di una vita dove s'intrecciano storie collettive e individuali, uomini illustri e ragazzotti di campagne, le grandi città e i paesi della Bassa, i personaggi dei romanzi e le persone reali. Ci sono in queste pagine gli anni duri del Secondo conflitto mondiale, l'Italia povera ma bella del dopoguerra, il mondo degli giornali e delle case editrici degli Sessanta e Settanta, le passioni politiche, le emozioni letterarie e le riflessioni su una "vita semplice" vissuta pienamente. Mino Milani, classe 1928, dopo aver regalato romanzi indimenticabili a tre generazioni di lettori, si concede il divertimento di passare la pagina e di diventare come uno dei suoi personaggi. Come Tommy River, Efrem, Martin Cooper che in epoche e in mondi diversi vivono avventure straordinarie senza mai smettere di essere antieroi, così Milani ha attraversato otto decenni di vita italiana, viene da credere, solo per il piacere di poterli raccontare con il suo stile inconfondibile, leggero e impeccabile.
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Autore:
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Anno edizione:2011
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ANNALISA FERRARI 04 marzo 2010
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