E' un trattato brevissimo (si divora in poco tempo) in cui Berenson prende a esempio Piero della Francesca per operare una riflessione sull'eloquenza dell'arte "inespressiva", che accomuna le più grandi manifestazioni dell'arte dall'epoca antica fino a quelle più recenti.
Piero della Francesca, o dell'arte non eloquente
"Dopo sessant'anni d'intima dimestichezza con opere d'arte d'ogni specie, d'ogni clima e d'ogni tempo, sono tentato di concludere che a lungo andare le creazioni più soddisfacenti sono quelle che, come in Piero e in Cézanne, rimangono ineloquenti, mute, senza urgenza di comunicare alcunché, senza preoccupazione di stimolarci col loro gesto e il loro aspetto. Se qualcosa esprimono, è carattere, essenza, piuttosto che sentimenti o intenzioni di un dato momento. Ci manifestano energia in potenza piuttosto che attività. La loro semplice esistenza ci appaga. [...] Oso dunque affermare che nei suoi momenti quasi universalmente reputati supremi, l'arte è sempre stata ineloquente come in Piero della Francesca, sempre, come in lui, muta e gloriosa".
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Anno edizione:2007
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Roberto 02 novembre 2022
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