Pino Reggiani (1960-1965)

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<p>Testo critico di <strong>Franco Solmi. </strong>Con 24 tavole in nero e a colori. Attività espositiva</p> 8vo. pp. 70 circa. . Molto buono (Very Good). . . . <p><em>Pino Reggiani ha realizzato oltre 100 mostre personali in <a title="Italia" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Italia">Italia</a>, <a title="Europa" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Europa">Europa</a> e in paesi extraeuropei. Ha operato prevalentemente per cicli tematici: dal tema della "Violenza"(1961-63) al ciclo del "Cinodromo"(1966-1968), dalla serie "Sacco e Vanzetti"(1969-1970) alla "Caduta dell'Angelo"(1971-73), dalle "Folle e muri"(1973-1974) ai "Tunnel"(1975-1976), dai "Paesaggi inglesi"(1977-1978) alla serie"Egitto, mito delle età sepolte"(1979-1980), dai "Fragmenti"(1981-1982) ai "Paesaggi della campagna romana"(1981-1984), dai "Cartoni"(1983) alle "Nature morte e teatro"(1985-1987), dai "Tempi della musica"(1990-1993) ai "Paesaggi orientali"(1993-1996), da "Strutture di archeologia industriale"(2001) a "La cloaca massima"(2002), da "Campi del Nord, Northfields"(2006) a "La maschera del Brunelleschi"(2009). Insieme a Floriano Bodini, Mino ceretti, Giuseppe Banchieri,<a title="Giuseppe Banchieri (la pagina non esiste)" href="https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giuseppe_Banchieri&action=edit&redlink=1"> G</a>iannetto Fieschi, Tino Vaglieri ed altri, ha fatto parte del Gruppo Renzo Botti di Cremona coordinato dallo scrittore e critico Danilo Montaldi, che influenzerà la ricerca della figurazione neoespressiva in Italia tra gli anni sessanta e gli anni ottanta. [da Wikipedia]</em></p>

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