Pinuci altri non è che Pinocchio. Nereo Zeper ha voluto dare alla versione in dialetto triestino della celebre favola "toscana" di Carlo Collodi una funzione di totale trasfigurazione ambientale, culturale e umana. Pinuci è un diminutivo di Giuseppe (Pino) ormai desueto a Trieste, come Pinocchio lo è in tutto il resto d'Italia, ma Pinuci ci porta in una Trieste passata, come Pinocchio ci fa conoscere un'Italia ottocentesca con i suoi paesi, le sue scuole, i suoi gendarmi che i ragazzi di oggi non conoscono più. Penetrare nella versione triestina di Pinocchio, quindi, è penetrare in un mondo sconosciuto ai piccoli triestini, ma che è il mondo dei loro nonni ed è il mondo che si esprimeva in un idioma che non va dimenticato.
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