Uno splendido racconto in prima persona che ci scaglia dentro le inquietudini e ip roblemi degli anni '70 e '80 in Italia. Lo stile complesso e lo sviluppo non lineare della vicenda, forse un po' ostici alle prime pagine, in realtà conquistano. Anzi, sono lo specchio perfetto della confuzione e della inaspettata durezza del periodo. Decisamente consigliato, riesce ad essere caustico senza mai emettere giudizi di biasimo o condanna, semplicemente narrando il caos di quegli anni attraverso il mondo caotico di chi allora era adolescente.
Piove all'insù
Dieci anni senza Luca.
«Raccontarli bene, i propri tempi, per evitare che restino incomprensibili ai figli.» - Maurizio Bono, la Repubblica
«Una sincera e durissima rievocazione di un'epoca e delle sue speranze e storture.» - Goffredo Fofi, Avvenire
«Il più bel libro sugli anni settanta... Un libro che ti resta dentro. Perché ci salva dalla nostra aridità.» - Marco Revelli, il Manifesto
Una lettera di licenziamento rivela all'improvviso la realtà del nuovo mondo nascosta sotto i miti della flessibilità e della comunicazione. Per dare forma al trauma, ritrovare le parole perdute e la possibilità di pensare un futuro, il protagonista di questa storia si trova precipitato in un viaggio vertiginoso dal presente al passato e ritorno, e costretto dal suo stesso smarrimento a orientarsi secondo tracce deboli e vaghe. La corsa attraverso gli anni riporta alla luce imbarazzanti verità pubbliche e private, come i segreti militari di un padre coinvolto nelle pagine più oscure della Repubblica o le velleità di un adolescente sospeso tra goffe esplorazioni sessuali e urgenze rivoluzionarie. Storie emerse dagli abissi di una guerra civile a torto definita «fredda», capace di dividere le famiglie e spargere sangue nelle strade, mescolando violenza, speranza e utopia, ma combattuta sulla superficie di un mondo già cambiato in profondità, già scosso dai germi del nostro presente fatto di precarietà e specchi di seduzione. A dieci anni dalla morte di Luca Rastello, questo libro è più vivo che mai. Lo descrive bene Marco Revelli nella nuova prefazione: «una scrittura avvolgente e insieme tagliente (come in fondo era Luca). Morbida, dalle curve arrotondate, apparentemente dolce e condiscendente verso la materia che racconta senza forzature o cesure, ma attraversata da un'anima d'acciaio che taglia come un rasoio, e scolpisce e recide».
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Anno edizione:2025
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Barbara Giunti 10 marzo 2017
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