Le piscine di Milano durante il Ventennio
Nel corso della storia, lo sport ha stimolato l’ideazione e la progettazione di volumi, forme e spazi connessi a molteplici dinamiche emotive, dando vita a luoghi ben riconoscibili all’interno del tessuto urbano. Personificando quel terzo spazio del nostro vivere, complementare alla sfera privata e alla funzione lavorativa, lo sport non ha mai smesso di promuovere l’attività fisica e il concetto di inclusione e/o esclusione a seconda dei periodi storici di afferenza. Nello specifico, i regimi totalitari hanno sempre strumentalizzato il mito dell’attività fisica ai fini della preparazione militare e propagandistici, ideologici e sociali. Negli anni del ventennio fascista il Regime si è appropriato di tale disciplina eleggendola a formidabile strumento di propaganda politica, veicolo per quella accettazione consensuale autoritaria e di massa, per mezzo della quale fondare e alimentare il suo potere. Barbara Galli traccia una radiografia della città di Milano e della sua rete capillare di infrastrutture sportive di epoca fascista connesse all’attività natatoria, andando oltre la semplice azione tassonomica e storiografica, e valorizzando anzi tali architetture che per forma, semantica e valore funzionale rappresentano un imprescindibile tassello della storia della nostra cultura e dei luoghi ad essa connessi.
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Anno edizione:2025
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