sono un fanatico di Faletti. Ogni sua produzione mi ha lasciato qualcosa. Immenso!
Sette racconti, sette storie, sette viaggi verso non si sa dove. Intorno a ognuno di noi, dentro a ognuno di noi, c'è sempre una parte oscura, un lato in ombra che la luce della ragione ha timore di illuminare per paura di ritrovarsi sconfitta. E in questa zona buia e fantastica si muovono i personaggi di questa antologia, uomini e donne che si trasformano in vittime o carnefici quando si trovano all'improvviso di fronte a un mondo sconosciuto, a un nuovo volto nello specchio, a quella cupa forma di angoscia che solo l'incomprensibile può trasformare in orrore.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Roberto 22 agosto 2025fantastico
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Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd 10 febbraio 2020
Pubblicato da Baldini Castoldi Dalai, i Pochi inutili nascondigli del titolo sono sette racconti di Giorgio Faletti, ciascuno preceduto da una evocativa illustrazione di Paolo Fresu. Uno scrittore ed ex comico, Faletti, che da sempre deve confrontarsi con la pesante eredità del suo folgorante debutto letterario: Io uccido. In questo caso il metodo dell’antologia l’aveva sperimentato anche Carlo Lucarelli, e non è difficile provare ad accostare questi due tentativi alle raccolte di racconti horror del maestro Stephen King. Una novità quindi per Faletti, sia per il formato breve sia per la tematica soprannaturale. Difatti esplora luci e ombre di personaggi ironici e fumatori, proprio come lui, e lo fa attraversando i generi del giallo, del fantastico e dell’horror. Sette trame misteriose quindi, condite di metafore, e dai risvolti sorprendenti. Scopriamole una per una...
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Purtroppo, anche se Faletti ha scritto, a mio avviso, mediamente dei bei romanzi, questo proprio non mi è piaciuto e ho fatto fatica a terminarlo. Lasciando da parte il fatto che, come vedo in altre recensioni è ritenuto "troppo noir", penso che la suddivisione in più racconti ognuno dei quali caratterizzato da eventi soprannaturali non riesca a tenere il lettore attaccato al suo Kindle (nel mio caso). Sarebbe stato meglio ad esempio comporlo in meno racconti: il primo (forse il migliore) meritava uno sviluppo più approfondito. Sicuramente è soggettivo il fatto di apprezzare o meno il surreale nei romanzi, personalmente mi piacciono più suoi libri come Io Uccido e Appunti di un venditore di donne oppure Io Sono Dio, magari il mio gusto personale mi ha influenzato molto nella recensione ma penso che non valga la pena leggerlo, e di questo me ne dispiace.
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