La mente umana creando le categorie di pensiero, cioè facendo una sorta di scissione del tutto per arrivare alla congiunzione del tutto, ha perso la possibilità di comprendere “il tutto”. Ha scelto il particolare, insignificante, come “accumulo”, per la sua facile gestibilità e l’apparente soluzione del fabbisogno. Nella scissione ha creato il reparto scienza per avere delle discipline di studio che si occupino della materia e della sua interpretazione. Ha pensato che frantumando il concetto di materia la si potesse indagare fino al suo nucleo. L’infinito piccolo si è dimostrato poi infinitamente ancora più piccolo e così la scienza ancora oggi deve indagare su ciò che è ancora più piccolo. E la stessa cosa sembra accadere con l’universo che si espande, lasciando l’umano fermo nell’infinito e nell’eternità. Egli (l’umano) si è abituato a un inizio e a una fine e la realtà non gli offre ne uno né l’altro. Per questo parlo di poetica della realtà.
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Anno edizione:2022
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In commercio dal:16 settembre 2022
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